Scattata la stagione dei funghi

Impazzano russole e capperate. In giugno la «buttata» di brise


Luca Marognoli


TRENTO. L'afa che in questi giorni dà tanto fastidio a tutti piace invece ai funghi, che hanno iniziato a spuntare in discreta quantità nei nostri boschi. Se poi piovesse - dicono gli esperti - andrebbe ancora meglio. L'importante è che non si alzi il vento, il nemico giurato dei miceti.

L'avvio della stagione è confortante: dopo una prima «buttata» di brise, a metà giugno, da 10 giorni impazza il misto. Per avere il polso della situazione basta andare in piazza Vittoria, dove ogni mattina i vigili micologi sono a disposizione per le loro consulenze ai cittadini. «Sta andando meglio rispetto all'anno scorso, quando si iniziò a vedere qualcosa solo l'ultima settimana di agosto», dice Mauro Eccel, uno degli otto agenti. «Da noi vengono i privati e anche un operatore commerciale, che si fa fare la certificazione per la vendita. Sui nostri tavoli stanno arrivando soprattutto russole, amanite rubescens (rossa o vinata), capperate (buone sott'olio) e qualche finferlo».

La prima brisa si è vista a metà giugno, ma è impossibile dire dove sia spuntata: «Quando inizia ne vengono un po' dappertutto, sul Bondone come in val dei Mocheni. Queste sono quelle che vediamo, ma sicuramente ne stanno trovando anche in val di Fiemme, Rendena e Valsugana».

E la quantità? «E' variabile: chi è più bravo e conosce bene le zone ne trova di più», scoppia a ridere Eccel. Che poi precisa: «Sabato sono stati certificati 17 chili, un buon quantitativo, stamattina (ieri, ndr) 4». Contenute le dimensioni. «Brisotti, qualcuno di 3-4 etti, ma niente di eccezionale. Chi li trova giganti di solito non li porta». E' una delle leggi dei fungaioli: mai esibire il raccolto e, soprattutto, essere estremamente vaghi sui famosi «posti», che sono sempre gli stessi ma tramandati di padre in figlio e non rivelabili neppure sotto tortura.

L'affluenza è discreta: «Stamattina abbiamo avuto una decina di persone, ma in settembre ne arrivano anche 50». L'effetto Fukushima è flebile. «Qualcuno viene e fa due chiacchiere, ma non c'è preoccupazione. Sono state date rassicurazioni a livello nazionale: la distanza e la tipologia dell'incidente non sono paragonabili con quelle di Chernobyl».

Ma è vero che i funghi sono ricchi di metalli pesanti e bisogna mangiarne pochi? «Possono contenere i metalli, è vero, ma dipende dalla zona di raccolta e dal tipo di fungo. Quello che cresce in mezzo ai boschi non crea tanti problemi. Il fungo è comunque poco digeribile e molto fibroso. E' sconsigliabile abusarne, soprattutto per anziani e bambini».

I consigli sono quelli di sempre: «Se si ha un solo dubbio portarli da noi, in piazza Vittoria dal lunedì al sabato con orario 7.15-9.15 oppure previa chiamata in centrale operativa allo 0461/889111. E' importante non raccogliere quello che non si conosce e non fidarsi delle false credenze, come mettere il cucchiaino di argento dentro la cesta per vedere se diventa nero o dare i funghi da mangiare al gatto...» Attenzione al "cortinarius speciosissimus", uno dei funghi più pericolosi perché assomiglia ai chiodini ma è mortale. L'errore più frequente è di scambiare il tricholoma "terreum", cioè le morette, per il "pardinum", che causa sindromi gastrointestinali. «Per non sbagliare è necessario avere una conoscenza precisa. Dove conta la vista ma anche l'odorato».

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