GLI ALLOGGI PUBBLICI

Scattano gli aumentiper i canoni dell'Itea

Alla fine sono arrivati. Da domani nelle case degli inquilini Itea arriveranno i bollettini con i nuovi canoni. Per molti, circa 3.200 nuclei familiari, non sarà una bella sorpresa. Infatti, la fattura comprenderà gli aumenti tanto temuti. La presidentessa dell'Itea Aida Ruffini, però, minimizza: «Si tratta di aumenti inferiori al 12%. Per il 35% degli inquilini, invece, ci sarà una diminuzione del canone»


Ubaldo Cordellini


TRENTO. Alla fine sono arrivati. Da domani nelle case degli inquilini Itea arriveranno i bollettini con i nuovi canoni. Per molti, circa 3.200 nuclei familiari, non sarà una bella sorpresa. Infatti, la fattura comprenderà gli aumenti tanto temuti. La presidentessa dell'Itea Aida Ruffini, però, minimizza: «Si tratta di aumenti inferiori al 12 per cento. Per il 35 per cento degli inquilini, invece, ci sarà una diminuzione del canone». Sul chi va là la Cgil che, con Franco Ianeselli avverte: «I nuovi canoni saranno da monitorare nei prossimi mesi».

Sono anni che se ne parla, adesso arrivano. I famigerati aumenti dei canoni Itea sono realtà. Le fatture stanno arrivando nelle case in questi giorni. Il 35 per cento dei 9.200 inquilini, circa 3.200 famiglie, pagherà di più, mentre per un 30 per cento ci saranno delle diminuzioni e per il restante 35 per cento il canone dovrebbe restare sostanzialmente invariato. La presidente dell'Itea Aida Ruffini, però, cerca di tranquillizzare: «Gli aumenti vengono applicati con gradualità, senza eccessivi scossoni. Per legge, non possono superare il 12 per cento all'anno per cinque anni. Inoltre, per il 30 per cento degli inquilini, c'è una diminuzione. Basti pensare che per i mille inquilini che hanno un reddito annuo inferiore ai 7.500 euro, ovvero la pensione minima, il canone mensile è stato fissato in 10 euro. Non ci sono rivoluzioni. Il canone medio, prima di questa riforma, era di 138 euro al mese, adesso sarà di 144. La legge prevede anche la franchigia di 20 mila euro per i risparmi ai fini del calcolo dell'Icef. In questo modo, chi ha dei soldi in banca non sarà troppo penalizzato. Del resto, noi abbiamo visto che, al massimo, chi non rientra nei parametri pagherà il canone di mercato, ovvero non più di 512 euro al mese».

La Cgil, però, non si fida del tutto. Franco Ianeselli, della segreteria, chiede che vi sia un controllo costante della novità, per evitare aberrazioni: «Ci sono state modifiche importanti per limitare il peso del risparmio nei parametri Icef e per spalmare gli aumenti nel tempo. Nonostante questo, a maggior tutela degli inquilini, sarà decisivo che, nei primi mesi di entrata in vigore dei nuovi canoni, questi siano monitorati costantemente in modo tale da intervenire tempestivamente a correggere eventuali situazioni di palese iniquità, sempre possibili anche al di là della volontà dell'amministrazione». Non manca l'apprezzamento per alcune modifiche la giunta provinciale ha apportato alla riforma Itea dopo che si erano verificati alcuni effetti pesanti soprattutto sulle fasce più deboli: «Resta però importante il fatto che gli inquilini più deboli saranno maggiormente tutelati rispetto alla prima versione delle riforma. Così, per esempio, i nuclei familiari con all'interno un ultra sessantacinquenne o una persona invalida non dovranno abbandonare l'alloggio, se sforassero le soglie Icef, ma dovranno pagare solo un canone progressivamente maggiorato».

Ianeselli, però, sottolinea che il piano straordinario Itea è rimasto ancora sulla carta e che dei nuovi alloggi, per il momento, non si vede neanche l'ombra: «Per quanto riguarda, più in generale, la politica della casa, la Cgil ribadisce l'urgenza di dare concretezza al piano straordinario di edilizia pubblica che prevede la realizzazione di 6 mila nuovi alloggi entro il 2016. Di questi ci preme che venga dato il via agli alloggi a canone moderato che potrebbero rispondere alle esigenze di una fetta più larga di famiglie trentine, in particolari alle giovani coppie. E' invece estremamente positiva la previsione di bloccare il pagamento dei mutui agevolati per l'acquisto della prima casa per le famiglie in difficoltà a causa della crisi».













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