il furto

Rubati i motori dei gommoni di soccorso

Nella notte ladri in azione sul lago di Molveno: hanno preso di mira i mezzi dei pompieri e del servizio «spiagge sicure»



TRENTO. «Un gesto vile che va a colpire chi si fa in quattro per aiutare gli altri, chi garantisce a tutti di poter godersi senza pensieri il lago di Molveno». È questo il commento di tutti al doppio furto messo in atto nella notte fra sabato e domenica ai danni dei due gommoni - uno dei vigili del fuoco, l’altro della Sitm, la società di incremento turistico del posto - che servono per garantire vigilanza e soccorso nello specchio lacustre al piedi delle Dolomiti di Brenta. Ad entrambi i mezzi sono stati rubati i motori e quello dei pompieri è stato persino usato dai ladri per spostarsi da una riva all’altra del lago, e poi abbandonato alla deriva.

La scoperta del «colpo» ieri mattina cui è seguita la denuncia immediata ai carabinieri che hanno già fatto un primo sopralluogo per cercare qualche elemento che possa essere utile nel corso delle indagini per arrivare all’identificazione dei malviventi. Che poi siano vandali o ladri non è ancora chiaro. I motori sono stati certamente rubati ma lo stretto valore economico non sembra giustificare l’impegno necessario per mettere a segno il furto.

I malviventi devono aver agito dopo le 2 di notte. Si sono portati al pontile dove ci sono ormeggiate le imbarcazioni e fra queste anche quelle dei soccorsi, ossia i gommoni dei vigili del fuoco e quello dalla Sitm. «Hanno tagliato la catena che lega il motore dell’imbarcazione della Sitm - spiega Umberto Meneghini - comandante dei pompieri di Molveno - e poi lo hanno caricato sul nostro gommone. La zona è illuminata e forse pensavano che qualcuno potesse coglierli sul fatto e quindi hanno staccato dall’ormeggio il nostro gommone e si sono spostati sulla sponda opposta».

L’ipotesi è che abbiamo compiuto questo tragitto usando i remi di cui è dotato il mezzo dei pompieri per evitare di fare troppo rumore. Una volta arrivati in una zona più isolata e vicina alla strada hanno tranciato anche la catena che teneva legato il motore dei vigili del fuoco e se ne sono andati con il loro bottino. Lasciando il mezzo alla deriva. Bottino composto da un motore Mercury da 25 cavalli e uno di potenza equivalente di marca Yamaha. «Quest’ultimo è il nostro - prosegue Meneghini - e lo si era acquistato una ventina di anni fa per poco più di sei milioni di lire». Ora il valore economico è nettamente più basso ma ai pompieri serviranno almeno 4 mila euro per acquistarne un altro. E poi ci sono da riparare anche i danni provocati al gommone probabilmente nelle maldestre manovre. Danni sia alla chiglia che alle parti gonfiabili. «A parte il danno economico che comunque c’è - conclude Meneghini - quello che fa più male è il danno che potremmo definire morale. Hanno colpito tutta la comunità perché quei motori appartenevano a due mezzi che garantiscono la possibilità di prestare soccorsi veloci e puntuali a quanti si trovano in difficoltà in mezzo alle acque del lago».

I pompieri non hanno la minima idea di chi possa aver fatto un simile gesto e non ci sono neppure - per fortuna - dei precedenti. «In passato - spiega Meneghini - è capitato che qualcuno buttasse nelle acque del lago i motori delle imbarcazioni private ma non erano mai stati colpiti i mezzi di soccorso. Per evitare che qualcuno potesse far a cadere, magari per uno stupido scherzo, il nostro motore in acqua, lo avevamo legato al gommone con una catena con tanto di lucchetto». Ma questo non è bastato a fermare i ladri che prima di mettere a segno il furto si erano procurati gli arnesi necessari per tagliare la catena di metallo.

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