Robol e il nuovo gruppo: «Grisenti non è il regista» 

Comune. Il consigliere ex Pd si smarca dopo le dichiarazioni del leader di Progetto Trentino «Non so dire oggi con chi saremo alleati. Lo spartiacque per noi è il sovranismo della Lega»



trento. La voce circolava da giorni nella politica comunale: è Silvano Grisenti il regista dell’operazione #inMovimento, il nuovo gruppo trasversale e dichiaratamente blockfrei nato a Palazzo Thun dall’unione di cinque consiglieri, quattro provenienti dalle fila del centrosinistra (Andrea Robol, ex Pd, Paolo Biasioli e Massimo Ducati, Cantiere Civico Democratico, Paolo Castelli, Upt) e uno, Eugenio Oliva, dalla minoranza, o meglio dal partito-creatura di Grisenti, Progetto Trentino.

Figura ingombrante, quella dell’ex superassessore ed ex presidente di A22, che non ha mai nascosto le proprie mire sul Comune di Trento. E che due giorni fa, annunciando il congresso di Progetto Trentino a fine marzo, a proposito del nuovo gruppo ha dichiarato a un giornale online: «Quella è nata come un'esperienza amministrativa, ma il concetto è quello e intendiamo riprodurlo in chiave politica più ampia». Grisenti ricorda che Pt ha sottoscritto in Provincia un patto di governo che intende rispettare - del resto esprime il vicepresidente, Mario Tonina - ma che «un discorso diverso vogliamo e possiamo farlo a livello di prospettiva».

Un endorsement non richiesto e infatti ieri i consiglieri di #inMovimento hanno subito risposto con una nota stampa per chiarire: «Cinque consiglieri comunali insieme ad alcuni amici e aderenti hanno, dapprima, condiviso pensiero e ideali e, successivamente, in maniera autonoma e propositiva, mettendo in comune il proprio impegno, esperienza e voglia di fare politica, hanno dato vita a questo progetto, cogliendo una prospettiva che segnerà i prossimi anni della politica locale e nazionale». «Un progetto politico - proseguono - che, distinto dai richiami sovranisti e populisti, abbandoni schemi ormai usurati di azione per interpretare in chiave rinnovata, senza preconcetti e senza legami con alcun partito già esistente sul territorio, la vocazione autonomista, riformista, solidale e operosa della nostra terra».

In consiglio il gruppo si è dichiarato “di minoranza” pur affermando che l’obiettivo non è far cadere la giunta Andreatta ma lasciarla arrivare a fine legislatura, tra poco più di un anno. Con quale obiettivo, per il 2020? Con chi si alleerà #inMovimento? «Discorso prematuro - risponde Andrea Robol - il nostro obiettivo è crescere, dal punto di vista tattico poi si vedrà. Di sicuro c’è che i vecchi schemi sono superati, solo Pd e Futura possono pensare che il Patt accetti ancora un’alleanza di centrosinistra autonomista dopo la rottura pesantissima alle provinciali. Bisognerà ragionare su schemi nuovi». L’unico paletto, per la nuova compagine, è nei confronti della Lega, c con tutti gli altri si potrà trattare, in particolare dentro l’area moderata di centro: «Con molta probabilità ci saranno da una parte le forze politiche che si organizzeranno su concetti e temi cari al sovranismo e al populismo, di cui abbiamo numerosi esempi sia in Italia che in Europa, dall’altra progetti politici attenti ai temi del riformismo e della sostenibilità economica, sociale e ambientale. Su questo si giocherà il futuro delle persone, dei cittadini e delle nazioni. Lo spartiacque per noi è questo». E il Pd, partito con cui Robol si è candidato alle provinciali del 21 ottobre? «Alle primarie c’è stata una gran bella partecipazione - commenta - ma il 70% di Zingaretti è un dato inequivocabile, è un Pd che guarda al passato. Da noi Maestri o Dal Ri cambiava poco. Se il Pd metterà in campo novità, saremo qui...». CH.BE.













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