Resort alle Viote, il no ambientalista

Verdi, Lipu e Wwf contro il progetto: «Le volumetrie aumenterebbero di 5 volte. Facciamoci un centro ambientale»


di Maddalena Di Tolla


TRENTO. La battaglia contro il resort di lusso previsto all'ex Centro di ecologia alpina, sul Monte Bondone, è stata lanciata ieri sera. In un convegno organizzato insieme dai Verdi e dalla Lipu alla Sala Rosa della Regione, sono stati presentati al pubblico i rendering del progetto (per ora preliminare) per un albergo di lusso, con piscine, piazzali e una ristrutturazione architettonica delle strutture con uno stile che ha lasciato la platea dell'incontro esterrefatta. L'aspetto delle ex caserme austriache, infatti, cambierebbe in modo sostanziale, se il progetto fosse realizzato così come è stato presentato ieri. Si perderebbe di certo – hanno fatto notare Sergio Merz, della Lipu (che al Cea ha lavorato una vita), Francesco Borzaga, del Wwf, Marco Ianes e Lucia Coppola, dei Verdi, l'identità storica del luogo. Seguendo le bozze del progetto presentate ieri inoltre si nota come le volumetrie e la superficie edificata aumenterebbero molto (circa cinque volte tanto rispetto a quelle attuali, ha dichiarato Ianes) e si aggiungerebbe ancora cemento per nuovi spazi per i parcheggi.

I costi previsti poi, per ora, sarebbero pari a circa 36 milioni di euro. Ma - ha denunciato Ianes - l'ipotesi del project financing in questo caso proposta comporta sempre il rischio che le perdite siano poi coperte comunque dalla Provincia, se le cose dovessero andar male. Del resto, il Comune di Garniga ha già cambiato la destinazione d'uso dei luoghi, per permettere la destinazione alberghiera. Le intenzioni sembrano quindi correre verso scelte concrete.

Sergio Merz ha ricordato gli importanti investimenti pubblici fatti negli anni, anche recenti, per ristrutturare parte delle caserme e per dotare il Cea di innovative attrezzature. Tutti i relatori hanno ricordato la perdita notevole data dalla chiusura del Centro, decisa nel 2004 e avvenuta definitivamente nel 2012, allorquando gli ultimi ricercatori smisero di calcare la piana delle Viote. Da allora, ha denunciato con un corredo di fotografie desolanti Sergio Merz, alle ex caserme, all'ex Cea si assiste solo al degrado delle strutture, all'accumularsi della neve addosso alle murature e perfino allo svolazzare delle coperture in plastica delle vecchie voliere, un tempo destinate all'avifauna selvatica allevata per le reintroduzioni. L'idea che ieri si è contrapposta al resort è un rilancio delle ex caserme come Centro di interpretazione ambientale al servizio di un vero parco naturale e culturale.

In chiusura è stato evocato l'esempio della “cattedrale nel deserto”, o “quartiere fantasma”, come è stato definito, dell'area ex Michelin di Trento. La convinzione della platea di ieri sera è che il rilancio del Bondone debba passare dalla valorizzazione del patrimonio naturalistico, culturale, archeologico di cui la montagna del capoluogo è ricca e da un vero parco naturale, dotato di una gestione seria e organica.

Si sono anche ricordati i dubbi sulla sostenibilità economica dell'operazione emersi in illustri ambienti alberghieri allorquando, in autunno, era emersa per la prima volta l'ipotesi del resort. Il progetto infatti era stato presentato alla Fiera Expo Real di Monaco di Baviera.

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