Raid vandalico: finestrini in frantumi

«Blitz» contro una decina di auto lasciate nel parcheggio di Gocciadoro



TRENTO. Brutta sorpresa per una decina di automobilisti che sabato sera avevano lasciato la loro macchina nel parcheggio di via Gocciadoro. Vandali (fino a questo momento ignoti, ma sono al lavoro i carabinieri) hanno spaccato i finestrini di alcune auto scelte con ogni probabilità a caso. Non è ancora ben chiaro se il ridurre in frammenti i vetri fosse finalizzato al furto anche perché da un primo controllo sembrerebbe che nelle macchine non manchi nulla. E a favore della tesi del vandalismo c’è anche il fatto che alcuni abitacoli siano stati imbrattati.

La scoperta, come detto, è stata fatta ieri mattina da un passante che ha chiamato i carabinieri. I militari hanno fatto un sopralluogo dell’intero parcheggio scoprendo che non era stata presa di mira solo una macchina ma che i vandali avevano colpito a macchia di leopardo e soprattutto contro le automobili che erano state parcheggiate nella zona più vicina alla fermata del treno.

Il blitz vandalico dovrebbe esser stato messo a segno nelle ore notturne quando la zona è meno frequentata e quindi chi ha agito poteva farlo con abbastanza sicurezza di non essere notato. Difficile se non impossibile che dall’ospedale si potessero sentire i rumori dei vetri infranti e lo stesso si può dire per le case che si trovano vicino ma non troppo alla zona che è stata dedicata al parcheggio.

Chi non si è reso conto ieri di dover pensare a prenotare una visita dal carrozziere per sistemare il finestrino, lo avrà fatto questa mattina e per spiegare quel poco che si sa sul fatto, avrà trovato un foglietto lasciato dalle forze dell’ordine con gli estremi per presentare l’eventuale denuncia. Da chiarire anche cosa sia stato utilizzato per il vandalismo: le ipotesi più probabili sono il bastone di legno o un sasso. A Trento si sono registrati, nel corso degli anni, episodi di vandalismo contro le auto parcheggiate ma solitamente a finire nel mirino erano gli specchietti retrovisori (presi magari a calci e quindi spaccati) oppure la carrozzeria che veniva «percorsa» da cacciaviti che lasciavano la loro traccia.













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