Preleva dal bancomat «Gigolò» denunciato dalla ex e condannato

Lei gli pagava viaggi e vestiti ma non gli dava denaro Lui ha prelevato indebitamente 3.300 euro in tre mesi



TRENTO. Per due anni e oltre tutto è andato bene. Stavano insieme, viaggiavano ed erano felici. Poi è arrivata la rottura che è stata sicuramente traumatica come tutte le rotture. Ma in questo caso c’è stato anche uno strascico giudiziario con lei che denuncia lui accusandolo di averle sottratto bancomat e Pin e di aver prelevato senza nessun consenso 3.300 euro in tre mesi. Davanti al giudice Borrelli si è quindi racconta questa relazione dove lui, quarantenne piacente, è stato definito «gigolò» dal suo legale (Stefano Frizzi). E quindi sono state spiegate le vacanze pagate sempre da lei i vestiti regalati sempre da lei che evidentemente aveva una disponibilità economica maggiore. E per la difesa la donna aveva messo a disposizione dell’uomo anche il bancomat con tanto di codice Pin. Si è parlato di ferie per lui negli Stati Uniti per riposarsi e sempre pagate da lei ma anche di precedenti denunce che sarebbero state presentate da altre donne contro lo «gigolò». Decisione, per il suo legale, che erano sempre state prese dalle donne al termine delle relazioni quasi a far pensare che fossero delle ripicche.

Per l’accusa le cose sono andate diversamente: non era vero che lui poteva disporre di quella tessera bancomat e, oltre alle testimonianze delle stessa derubata, ci sarebbe come prova anche un sms spedito da lui a lei. Un sms nel quale chiedeva scusa del suo comportamento. Frase che è stata letta come un’ammissione di colpevolezza. E sono stati quindi chiesti 9 mesi di carcere e cinquecento euro di multa. La parola è quindi passata alla parte civile con l’avvocato Fabio Valcanover cui si è affidata la donna e che ha parlato di una storia d’amore angosciosa nelle sue conclusioni. Nessun dubbio, ha sostenuto, che l’uomo abbia rubato quel denaro. Non c’era nessun consenso da parte della donna ai prelievi con il suo bancomat. E ha tratteggiato il rapporto dove le è vero che pagava all’uomo le vacanza che gli pagava anche i vestiti, ma erano dei regali e non gli aveva mai dato del denaro per le sue spese quotidiane. Non lo avrebbe quindi mantenuto. Ha parlato anche di un malinteso ruolo delle sue compagne e ha chiesto che la sospensione della pena fosse vincolata dal risarcimento del danno. Risarcimento che è stato quantificato in sede di conclusione. E quindi i 3.300 euro che rappresentano i danni materiali (ossia il denaro che lui avrebbe prelevato indebitamente utilizzando il bancomat della donna) oltre a 50 mila euro di danni morali.

A decidere il giudice Enrico Borrelli che ha accolto le tesi dell’accusa decidendo per il periodo di reclusione superiore. La condanna è infatti ad un anno e un mese con il pagamento di una multa di 400 euro. Nella sentenza c’è anche la previsione di un risarcimento per la donna che è stato fissato ad una cifra complessiva di 9 mila euro. Risarcimento che - come chiesto dalla parte civile - è condizione necessaria per poter usufruire della sospensione condizionale della pena.

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