Povo vota no alla riforma delle circoscrizioni

La presidente Maule: «Ci avevano promesso un regolamento condiviso ma l’hanno fatto solo il sindaco e l’assessore. La burocrazia? Aumenterà»



POVO. Una riforma partecipativa calata dall’alto è una contraddizione in termini. Con questa motivazione il consiglio circoscrizionale di Povo ha bocciato il nuovo regolamento sul decentramento, unico stop dopo i via libera di Centro storico, Oltrefersina, Meano, Villazzano e Mattarello. Ampia la maggioranza schierata per dare parere contrario (8 consiglieri: 5 del Pd, 2 dell'Upt e 1 della Lega), con l'astensione di Progetto Trentino e un solo voto favorevole da un membro del Pd. Due le ore di dibattito, che seguono tre settimane di discussioni approfondite in seno alla maggioranza. Un no giustificato soprattutto dal metodo usato da Palazzo Thun: «Due mesi fa, con lo statuto, avevamo votato una cambiale in bianco», spiega la presidente Chiara Maule, che fa parte dello stesso partito di Renato Tomasi. «Ci era stato promesso di fare assieme il regolamento, ma ci è arrivato bell’e fatto. L'assessore, la giunta e il consiglio comunale hanno fatto la scelta di stendere il documento senza consultare le circoscrizioni. L'alternativa era di accettare la situazione sperando di poter apportare delle modifiche, ma abbiamo rifiutato. Ci siamo sentiti presi in giro: prima ci dicono che siamo l'organo partecipativo più vicino alla gente e poi i primi a non farci partecipare sono proprio loro».

Per Maule la modifica del regolamento «avrebbe dovuto e potuto diventare un progetto che coinvolgesse anche la gente, invece è stato un processo a cascata di adeguamento della norma. La verità è che la possibilità di fare qualcosa di bello sul decentramento c'era, ma è mancato il tempo e forse neanche la volontà. Si poteva confrontarsi sul numero delle circoscrizioni, sulle loro funzioni, sulle minori risorse, chiedersi se la gente è cambiata... invece non si è entrati nel merito. Spesso si parla di fare di Povo e Villazzano un'unica circoscrizione, ma il rischio è di fare una fusione a freddo, che non funzionerebbe. Bisognava invece avere il coraggio di partire per tempo e dialogare, scoprendo anche che qualche disponibilità da parte dei sobborghi ci poteva essere».

Critiche anche sull’annunciata sburocratizzazione. «In realtà - afferma Maule - facendo un confronto con l'attuale regolamento si capisce che le circoscrizioni avranno meno funzioni amministrative, quindi meno possibilità di fare e di esprimersi. Apprezziamo lo sforzo di favorire la cittadinanza attiva, ma a questo punto ci chiediamo perché si sia scelto di ridurre il numero dei consiglieri, se le Circoscrizioni sono a costo zero. Nel nostro caso da 15 membri passiamo a 11. Perché tagliarli se vogliamo che qualcuno investa del tempo in questi organismi?».

Una trentina, alla fine, sono state le osservazioni presentate su commi e articoli. «Ci portano via funzioni, ma introducono in realtà nuova burocrazia: con il regolamento le iniziative organizzate dovranno infatti essere deliberate almeno 60 giorni prima. Se nasceranno idee dal basso, questo diventerà un vincolo insuperabile. E ci troveremo a fare le cose di sempre, senza poter introdurre novità».

(l.m.)













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