Polveri dall’Italcementi, i residenti protestano

Segnalazioni degli abitanti dopo l’avvio dei lavori di abbattimento Interrogazione dell’Upt in Centro storico: «Sistemi più efficaci per nebulizzare»


di Chiara Bert


TRENTO. Non è la polvere di quando la fabbrica pulsava e sfornava cemento. Quelle che escono da settimane dall’Italcementi sono polveri da demolizione, di una fabbrica che dopo anni di chiusura e abbandono, entro un paio di mesi sarà completamente rasa al suolo (eccezion fatta per le due ciminiere, vincolate dal piano regolatore come esempio di archeologia industriale).

Le nuvole di polvere arrivano però fino alle case del quartiere e sono diverse le segnalazioni arrivate ai rappresentanti della circoscrizione. Uno di loro, il consigliere Upt Maurizio Daldon che abita di fronte alla chiesa di Sant’Apollinare, si è reso conto in prima persona del problema appena rientrato dalle vacanze, qualche giorno fa. E ha scattato alcune foto a supporto dell’interrogazione che ha presentato insieme al collega Domenico Gullà, già inserita dal presidente Melchiore Redolfi all’ordine del giorno del prossimo consiglio della circoscrizione.

«Se per chi abita in città il rumore è ancora un fattore tollerabile, di sicuro non lo è la polvere - osserva Daldon - dalle foto scattate durante i lavori all’Italcementi, risulta evidente che le emissioni di polvere causate dalla demolizione non sono controllate». Eppure nel piazzale della fabbrica, come prevede la normativa, sono ben visibili gli impianti per la nebulizzazione continua, simili ai cannoni per sparare la neve artificiale, che servono ad abbattere le polveri prima che queste si alzino in aria. Segno, secondo i residenti, che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe. Per questo i consiglieri sollecitano il Comune a verificare se il sistema di nebulizzazione viene realmente attivato e in questo caso se non sia necessario adottare sistemi più sofisticati. «Il timore è che all’interno degli edifici possano esserci ancora tracce di amianto - confessa Daldon - e considerato che i lavori di smantellamento dureranno complessivamente circa 4 mesi e la demolizione non ha ancora raggiunto la parte centrale della fabbrica, dov’erano i silos della polvere sottile di cemento, la preoccupazione è forte».

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