Piergiorgio, il pilota trentino che salva la gente sull’Everest

L’elicotterista della Provincia si trova in Himalaya con Moro Insieme portano soccorsi in attesa della «grande impresa»


di Marco Benedetti


TRENTO. Rimbalza direttamente dal campo base dell’Everest (ed è stata ripresa dal sito www.montagna.tv) la notizia di una difficilissima operazione di recupero felicemente portata a termine e che ha avuto per teatro le maestose montagne himalayane.

Protagonisti l’alpinista bergamasco Simone Moro, che si trova ai piedi dell’Everest per tentare la salita al tetto del mondo e poi proseguire per compiere l’intera traversata delle cime del Lhotse, e il pilota trentino Piergiorgio Rosati. Simone Moro e Piergiorgio Rosati a bordo di un elicottero Ecureuil AS B3 della compagnia nepalese Fishtailair hanno compiuto una difficilissima «long line mission» in parete recuperando il corpo di un alpinista ucraino, Alexey Gorbatenkov, morto congelato nella sua tendina un anno fa sul Tengkangpoche, una cima di 6487 metri.

Ai comandi dell’elicottero decollato dall’aeroporto nepalese di Lukla, Piergiorgio Rosati, pilota con una lunga esperienza di voli in quota e da sei anni in forza al Nucleo Elicotteri della Provincia Autonoma di Trento, che - tenendo il mezzo in “hovering” e molto vicino alla parete ad una quota di 6400 metri - ha depositato Simone Moro sulla parete appeso al gancio baricentrico lungo circa 20 metri. Manovra sicuramente spettacolare e assai complicata, il tutto ancora più delicato data la quota elevata dell’intervento.

Gli alpinisti ucraini scomparsi lo scorso anno sulla cima erano in realtà due, ma Moro non ha trovato traccia di Svetlana Gutsalo, probabilmente precipitata. Moro ha successivamente fissato alla parete una targa a ricordo dei due alpinisti e consegnata dai compagni degli sfortunati scalatori.

Simone Moro, che è a sua volta pilota di elicottero, in attesa di condizioni ottimali per il suo tentativo, ha effettuato in queste settimane diversi interventi di soccorso insieme a Piergiorgio Rosati e ad un altro pilota italiano, il valtellinese Maurizio Folini (Per Moro in una intervista via Skype al sito www.planetmountain.com «Rosati e Folini stanno facendo la differenza qua. Professionali, veloci e maledettamente bravi»). Insomma: un bell’attestato di stima per il pilota trentino.

Proprio con l’elicottero pilotato da Folini il forte alpinista lombardo ha recuperato nei giorni scorsi uno sherpa infortunato a 6000 metri ed anche evacuato rapidamente l’americano Cory Richards (compagno di Moro nella spedizione invernale al Gasherbrum) colpito da mal di montagna al campo base dell’Everest.

Anche al Nucleo elicotteri di Mattarello, in questi giorni, seguono via skype con un certo orgoglio e pure un po’ di apprensione, l’attività di Piergiorgio Rosati (che però è in Nepal a titolo personale), il cui rientro in Italia è previsto per la prima settimana di giugno.

Certo, dopo l’esperienza himalayana non sarà facile riadattarsi alle “piccole” Dolomiti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano