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Piazza Duomo: i bar diventano sei

Arriva l’hawaiano «Tiki Lounge». Botto dell’Unione: «Così siamo troppi». Il titolare: «Proposta nuova, no agli happy hour»


di Luca Marognoli


TRENTO. E sono cinque. Piazza Duomo diventa la “piazza dei bar”. Venerdì alzerà le serrande - negli spazi lasciati liberi dalla Cueva Maya - il “Tiki Lounge”, locale dai sapori e dalle atmosfere hawaiane che andrà ad aggiungersi ai caffè Italia, Portici, Tridente e Duomo 34. Se poi si considera anche il wine bar Scrigno del Duomo, è corretto dire che i locali concentrati all’ombra del Nettuno non si possono più contare con le dita di una mano: siamo a sei. E se facciamo pochi passi in più, ma davvero pochi, scopriamo che la fontana dedicata al dio del mare è visibile da altri tre bar: il Nettuno (appunto) all’inizio di via Cavour, il Duomo, in via Verdi e il Golden Eagle di via Belenzani. Arriviamo dunque a quota nove. Nove bar nel raggio di una cinquantina di metri o poco più.

Per Walter Botto, rappresentante cittadino degli esercenti per l'Unione commercio e titolare di caffè Tridente e bar Pasi, si sta troppo stretti. «Chiaramente sei bar sono tanti. Non ci sono più regole, né limiti: il risultato sarà che nel tempo per far nascere attività nuove ne chiuderanno altre. Non è che più ne aprono, più si crea occupazione. Che sulla piazza più importante di Trento ci sia un servizio di bar all’altezza è importante e un po’ di concorrenza fa bene, per stimolare la qualità. I monopoli non vanno bene, però essere così tanti non fa piacere. Dopo di che, come sono arrivato io arrivano anche loro. Mi auguro solo che sia offerto un servizio di qualità, non di happy-hour con persone che vengono per bere gratis: sarebbe la cosa peggiore».

Questione di una legislazione troppo “spinta”? «Le piazze importanti sono in deroga da anni, quanto a metratura. Per il resto, dal decreto Bersani in poi si è andati verso una liberalizzazione totale che per certe realtà fa bene, ma altrove ha poco senso. Io non sono mai stato a favore: un minimo di distanza ci voleva e andava mantenuta».

Alessandro Speranza, 40 anni, barman di Trento, che gestirà il locale assieme a Paolo Pisoni, 37, che si occuperà della parte commerciale, rassicura: «Gli happy-hour hanno rovinato il mercato, attirando la gente con prezzi stracciati. Noi vogliamo fare le cose per bene, con proposte nuove per la città e menù che richiedono preparazione. Se temo la concorrenza dei locali vicini? Io non la vedo. Qui accoglierò tutti gli amici che mi seguono perché già mi conoscono. Faccio il barman da discoteca e l’organizzatore di eventi e serate, in particolare latino-americane. La domenica sono in pianta stabile al Lido di San Cristoforo, ma mi sposto anche in altri locali, come il Ciclamino di Pietramurata. Tutti gli eventi che organizzo sono sulla mia pagina Facebook: “Delirio latino”».

Sullo stesso social network Speranza annuncia al mondo: «Abbiamo dato il massimo per ottenere un locale ricco di atmosfera dal sapore esotico che vi faccia sentire in vacanza».

La parola magica “vacanza” fa capire che al Tiki si andrà in cerca divertimento e spensieratezza. Ma senza eccessi, chiarisce il gestore: «Faremo anche qualche serata a tema, con cantanti dal vivo ma senza amplificazione. La chiusura? Non andremo oltre la mezzanotte e mezza - l’una: di notti ne ho fatte già abbastanza e non vogliamo molestare nessuno dei residenti. La situazione in città è questa e non ho nessuna intenzione di fare il don Chisciotte».













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