Pd, prove di convergenza su Robol

Con lei Olivi, Miorandi, Pinter e Molinari. Ma il partito si ribella a Roma: «Noi votiamo a marzo, pronti a disobbedire»


di Chiara Bert


TRENTO. Il Pd trentino si ribella al Pd nazionale, che ha negato la deroga per posticipare al 16 marzo il congresso provinciale che eleggerà il nuovo segretario. Roma impone di fare le primarie il 16 febbraio, allineandosi agli altri congressi nel resto d’Italia, ma la risposta dei vertici trentini è stata netta: «Non passerà», assicura il presidente del partito Roberto Pinter, «è il nazionale che ci ha messo in difficoltà cambiando le regole in corsa per un’accelerazione decisa da Renzi, senza tenere conto che noi usciamo da recenti elezioni provinciali e siamo gli unici a votare alle primarie con liste con le preferenze». Anticipare al 16 febbraio vorrebbe dire dover depositare le candidature entro il 25 gennaio. «Non ci sono i tempi», ribattono al Pd. Ieri sera il coordinamento ha riconfermato la richiesta di deroga che sarà avanzata alla segreteria. «Se non fosse considerata, sarà disobbedienza», avverte Pinter, «vengono da Roma a organizzarci i seggi?». L’ultima parola spetterà lunedì all’assemblea, ma Mattia Civico confida che «il nazionale capirà», «qualcuno auspica di anticipare per calcoli elettorali, ma spero che ci si renda conto che evitarlo è utile per tutti. Usiamo queste settimane per trovare convergenze».

Convergenze, appunto. Quelle che cerca Giulia Robol, l’assessora roveretana la cui candidatura sta prendendo quota. Con lei potrebbe accordarsi Alessio Manica, il consigliere provinciale (anche lui della Vallagarina) che aveva dato la sua disponibilità a correre per la segreteria dopo aver ricevuto pressioni a farsi avanti. Robol può già contare sul sostegno di alcuni big del partito, il vicepresidente della giunta provinciale Alessandro Olivi, il sindaco di Rovereto Andrea Miorandi, ma anche - si dice - l’ex senatore Claudio Molinari che si è da poco reiscritto al Pd. L’obiettivo di Robol sarà ora capire se la sua candidatura può tenere insieme altre aree del partito, quella di sinistra di Bruno Dorigatti e quella di Civico e Nicoletti. Ago della bilancia sarà la città di Trento, in particolare il sindaco Alessandro Andreatta che fin qui - seppure ufficiosamente - ha dimostrato di apprezzare la candidata renziana Elisa Filippi, sostenuta dal senatore Giorgio Tonini, ma che non è lontano - per provenienza e sensibilità - da Robol. Su Filippi potrebbe alla fine decidere di convergere anche il coordinatore di Trento Vanni Scalfi, civatiano. Una sfida, quella per la segreteria, che si annuncia sempre più al femminile.













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