Patt, Panizza avverte «Nessuna epurazione ma la linea si rispetta»

I casi Moiola e Corona. Intanto si dimette il vicesegretario Ottobre: «Un grande partito non teme la competizione»


di Chiara Bert


TRENTO. «Nel Patt non c’è nessuna epurazione di avversari politici, ma pretendiamo il rispetto della linea politica e delle regole di comportamento. Oggi, da partito di governo, abbiamo una responsabilità in più». Il segretario Franco Panizza prova a spegnere così l’ennesima fibrillazione del Patt, dopo che la giunta del partito mercoledì sera ha deciso di commissariare la sezione di Mori e di chiedere (a maggioranza) la sospensione del segretario Cristiano Moiola, su cui deciderà ora il collegio di disciplina.

Ma a dalla giunta dell’altra sera arriva anche la notizia delle dimissioni del vicesegretario del partito Carlo Ganarin. Il quale conferma ma senza volerne spiegare le motivazioni: «Ci sarà il momento per chiarire. Io le ho presentate, poi deciderà il partito». Rumors dicono che ultimamente non fosse più assiduo alle riunioni del Patt, ma il segretario Panizza nega in modo risoluto che alla base della decisione ci siano motivazioni politiche.

A tenere banco, nell’esecutivo, è stato soprattutto il caso Mori. Che, si ricorderà, esplose in piena campagna elettorale delle comunali, quando il giovane segretario cittadino e candidato sindaco Cristiano Moiola annunciò un accordo con la Lega in vista del ballottaggio, mossa che fece infuriare per primo il governatore Ugo Rossi e poi i vertici provinciali del partito e naturalmente gli alleati di maggioranza.

«Abbiamo ricevuto sollecitazioni da diversi esponenti e anche dal presidente della giunta a prendere provvedimenti», spiega Panizza, «non ha nulla a che vedere con il congresso, è una questione precedente. Non c’è nessun intento persecutorio, se il Patt è cresciuto è stato grazie alla compattezza e al fatto di remare tutti nella stessa direzione, a maggior ragione lo dobbiamo fare oggi che abbiamo una responsabilità di governo. Non si può avallare che si disattenda la linea politica del partito, con accordi ufficiali o ufficiosi, com’è accaduto a Mori».

Sul tavolo del Patt c’è poi un altro caso aperto, quello del vicecomandante degli Schutzen Giuseppe Corona, attualmente unico candidato alla segreteria (al congresso che si terrà il 13 marzo 2016) e da tempo in rotta con i vertici del partito che avrebbero trascurato la tradizione delle Stelle Alpine. Tanto da essersi spinto su Facebook a bollare il capogruppo provinciale Lorenzo Baratter come «traditore». «L’argomento Corona non è stato affrontato mercoledì ma in una giunta di qualche tempo fa, dov’è è stato sollevato il problema che i toni irrispettosi tra iscritti danneggiano l’immagine del partito - spiega Panizza - non escludo che se ne torni a parlare».

Ma in vista del congresso, dove Panizza è sempre più proiettato verso la riconferma al di là della volontà dichiarata di cercare un candidato giovane, il deputato Mauro Ottobre continua a dare battaglia interna. Sul caso Moiola: «Non mi risultano accordi fatti con la Lega». Quanto a Corona, «la sua corrente detiene lo zoccolo duro del mondo tirolese, spiace che qualcuno lo voglia epurare quando si può risolvere tutto con una chiacchierata». «Il Patt oggi ha due problemi - è l’analisi di Ottobre - se vuole fare un salto generazionale non può continuare a rimandare il congresso, e poi bisogna accettare che non siamo più il Patt dell’8%, e in un grande partito è normale la dialettica interna e una sana competizione, vanno accettate le correnti». Il deputato, papabile candidato al congresso, critica la leadership del partito: «Oggi l’agenda è dettata dalla giunta provinciale, il Patt va a traino. Benissimo il trilinguismo, che parla alla testa, ma bisogna parlare anche alla pancia del Trentino, alle imprese. E questo significa riforma e risorse per il turismo e l’internazionalizzazione delle imprese, solo così si creano posti di lavoro. Se a queste domande verrà data risposta bene, altrimenti - annuncia Ottobre - servirà un mio impegno diretto».

Ma Panizza non sembra affatto preoccupato dalla minoranza interna: «Chi descrive un Patt diviso non partecipa alle nostre riunioni. Il Trentino vuole fatti, non beghe politiche. Per questo abbiamo avviato i nostri gruppi di lavoro, per discutere di temi veri, l’autonomia, l’economia, lo stato sociale, l’istruzione, il territorio. Il rinnovamento ci sarà, ma graduale».

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