Paolo Mattei lascia, Arco senza sindaco

Inaspettate dimissioni del primo cittadino: «Non me la sento di andare avanti in questo modo fino a fine legislatura»


di Gianluca Marcolini


ARCO. Molto più inaspettato di un fulmine a ciel sereno e violento come una scossa di terremoto che ti toglie il pavimento da sotto i piedi. L'annuncio ai suoi uomini, prima in giunta e poi alla maggioranza politica, ha avuto un effetto a dir poco devastante, paralizzando per diversi istanti le facce attonite di chi, mentre lo ascoltava, non credeva ai propri orecchi. Il sindaco Paolo Mattei, ieri pomeriggio, ha annunciato le proprie dimissioni. Nei prossimi giorni formalizzerà il suo addio alla poltrona che ha occupato per trentasei mesi, dopo la vittoria elettorale nel maggio del 2010.

La città di Arco e i suoi residenti si vedranno, così, costretti ad anticipare il ritorno alle urne, che si terrà la primavera prossima, con ogni probabilità nel mese di marzo.

La notizia, stavolta, non era nell'aria. Solo il suo vice Alessandro Betta aveva raccolto, nelle ultime settimane, alcune confidenze che lasciavano presagire ad una stanchezza più mentale che fisica, per un ruolo che forse si aspettava meno complicato o comunque più facile da svolgere. Gli altri assessori, da Tomaso Ricci a Roberto Bresciani, da Massimiliano Floriani a Renato Veronesi, fino ad arrivare all'esterna Maria Paola Gatti, nulla avevano sospettato, almeno fino alla convocazione d'urgenza di ieri mattina, per un duplice incontro giunta-maggioranza che non lasciava presagire alcunché di buono. A niente sono valsi i tentativi di farlo recedere dalle sue intenzioni. D'altronde Paolo Mattei ha dimostrato, in questi tre anni, di saper proseguire lungo la via tracciata senza cedimenti o tentennamenti, soprattutto se la scelta è frutto di una riflessione approfondita. E questa sua decisione, da quanto ha confidato ai suoi principali collaboratori, ha origini lontane, che partono sei mesi indietro, quando l'ormai ex sindaco di Arco ha cominciato a focalizzare nella propria mente una via di uscita dal ruolo che probabilmente non sentiva più suo.

Mattei ha atteso fino ad ora per dimettersi per consentire alla propria amministrazione di proseguire con il normale scorrere della legislatura almeno fino alla prossima primavera, senza il pericolo di dover correre velocemente alle elezioni. Nelle sue comunicazioni, però, non si è dilungato troppo nelle motivazioni che l'hanno spinto a prendere la drastica decisione. Motivazioni, ha spiegato, che nulla hanno a che fare con la sua salute, tanto da sgomberare il campo da possibili fraintendimenti. Ha semplicemente detto che non se la sente di procedere oltre e che è certo che la sua giunta riuscirà a camminare da sola fino al termine della legislatura. Spiegazioni, però, che hanno lasciato a bocca aperta gli assessori, molti dei quali hanno trattenuto a stento, appena sono cominciate a circolare le prime indiscrezioni, la loro rabbia mescolata a delusione. Il timore è che la cittadinanza, in particolar modo la parte che aveva votato per l'attuale coalizione di governo, faticherà e neppure poco a comprendere il perché di questo gesto. In serata l'annuncio al consiglio comunale è stato il primo atto ufficiale di un percorso che si completerà a breve. Paolo Mattei è stato proclamato sindaco lunedì 31 maggio 2010, dopo aver battuto al ballottaggio Mario Morandini, al termine di una poderosa e persino incredibile rimonta. In quella bagarre elettorale lo avevano sostenuto Pd, la sua lista civica, Arco Insieme, Italia dei Valori, Verdi, Sinistra Unita e Unione per Arco. Ma la poltrona di sindaco, tenacemente voluta anche per una sorta di ripicca nei confronti dell'Upt, che lo aveva cercato e poi scaricato, forse non è mai andata particolarmente a genio all'ex amministratore delegato delle Cartiere del Garda. Un pesce fuor d'acqua, troppo lontano dal suo mondo. Che oggi ha detto basta.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano