Ospedali, 67 assunzioni: 30 infermieri, 12 ostetriche

Flor incontra i sindacati: «Priorità assoluta a Trento e Rovereto». I 9 milioni aggiuntivi saranno utilizzati se il ministero darà l’ok ai punti nascita di valle



TRENTO. Sono 67 le assunzioni in arrivo negli ospedali trentini dopo metà dicembre: riguarderanno vari profili, medici, infermieri (una trentina), ostetriche (12), tecnici radiologi e di laboratorio, assistenti sanitari. Lo ha annunciato ieri il direttore generale dell’Azienda sanitaria Luciano Flor in un incontro con i sindacati sulla riorganizzazione dell’attività dopo l’entrata in vigore, il 25 novembre scorso, delle nuove regole sull’orario di lavoro dei medici che ha imposto le 11 ore di riposo obbligatorie tra un turno e l’altro. Regole che hanno costretto a chiudere l’attività notturna di emergenza e dei punti nascita negli ospedali di Tione, Cavalese e Arco, e hanno scatenato la protesta delle valli.

«Per far fronte al nuovo regime dei riposi - rileva Gianna Colle della Fp Cgil - dai dati forniti si dovrebbero assumere una centinaio di professionisti tra medici, infermieri, ostetriche, oss, tecnici di laboratorio biomedico, tsrm». «In questo momento ci è stato detto che sono comunque 67 le possibili assunzioni, distribuite nei vari ospedali, con prevalenza su Trento e Rovereto». La nota assolutamente negativa, secondo la Cgil, è che «non ci saranno assunzioni di personale amministrativo quando appare evidente invece che l'organizzazione della sanità può stare in piedi e può offrire un servizio di qualità solo se tutti i professionisti sono adeguatamente presenti nei ruoli e nel luogo di lavoro». Pierachille Dalledonne, della Cisl Fp, osserva che «le 67 nuove assunzioni, dopo il 15 dicembre, avverranno a seguito di concorsi già banditi e al netto dei 9 milioni di euro che la giunta provinciale ha stanziato a fine novembre per far fronte alle nuove esigenze organizzative». Non è ancora chiaro quante saranno le assunzioni grazie alle nuove risorse, un numero che secondo l’assessore Luca Zeni potrebbe variare tra 60 e 70: «Lo deciderà l’Azienda a seconda delle esigenze anche di infermieri e Oss». «Flor - dice Gianna Colle - ha confermato che i 9 milioni sono in aggiunta ai soldi già stanziati a bilancio dell'Apss, e che sono previsti prioritariamente per assumere professionisti necessari alle unità operative dell'urgenza e dei punti nascita». Ad oggi però, ha ammesso lo stesso Flor, non si sa ancora quali e quanti saranno i punti nascita di valle (quelli sotto i 500 parti all’anno sono Tione, Arco, Cavalese e Cles) che verranno tenuti aperti: la decisione sarà politica, ma solo dopo il pronunciamento del Comitato punto nascite nazionale a cui la Provincia farà domanda di deroga, come prevede il decreto del ministro Lorenzin. «Solo a seguito di questo passaggio, l'Apss provvederà ad assumere il personale necessario», concludono i sindacati.

(ch.be.)













Scuola & Ricerca

In primo piano