«Oltre le mura, visione parziale del manicomio»

Piera Volpi Janeselli e Fabio Pergher, storici operatori dell’ex psichiatrico: «Documentario di parte: mette in risalto solo aspetti negativi e tralascia il resto»


di Roberto Gerola


PERGINE. Subito contestazioni ed anche autorevoli alla “prima” del nuovo ciclo di appuntamenti per le celebrazioni del 130° di costruzione e del 10° di “chiusura” dell’ospedale psichiatrico di Pergine.

La “prima” ha coinciso con la data ufficiale dell’inaugurazione (19 settembre 1882) ma anche, appunto con dichiarazioni di dissenso nei confronti del filmano proposto. Si è trattato di una raccolta di interviste, immagini, spiegazioni sul “manicomio” dal titolo “Oltre le mura” prodotto dall’Associazione Ex Op e realizzato con il contributo della Fondazione Cassa Risparmio di Trento e Rovereto. Un lavoro di Rocco Serafini realizzato con Denis Fontanari e Giulia Moser. Le voci del dissenso (sulle interviste) sono stati di Piera Volpi Janeselli e Fabio Pergher: assistente sociale e infermiere psichiatrico ante 1970 e quindi con esperienza alle spalle. Hanno dichiarato di «non riconoscersi nei racconti fatti dagli intervistati», “gelando” per così dire non pochi dei circa duecento spettatori in sala

Nell’introdurre la serata, Denis Fontanari prima e Rocco Serafini poi, avevano illustrato il contenuto del filmato. Iniziato nel 2006, accantonato per impegni e poi ripresi con nuova lena. Numerose le interviste effettuate a ex infermieri, medici, ex pazienti. Rocco ha affermato che sono state scelte le interviste che servivano al filone scelto, che sono emersi grandi temi, divisi in otto capitoli, che c’era angolazioni diverse: luogo di lavoro, architettura, vita di reparto, voci di protagonisti, evoluzione della psichiatria, pratiche mediche, iter di entrata. Rodolfo Taiani ha avuto il ruolo di “conduttore” (in video). Interviste a Gino Gadler, Valerio Fontanari, Valentina Oss Emer, Carmen Perina; ai medici Maria Luisa Drigo. Mario Tommasini; ai pazienti Elda Pojer e Adriano Zen. Sono state appunto alcune interviste (e affermazioni) di ex infermieri a provocare contestazioni: somministrazione di medicine in dosi fai da te dell’infermiere, vigilanza, cure disumane (elettroshock, insulinoterapia, malarioterapia, psicofarmaci solo dagli anni 70).

«Sono stati mostrati solo gli aspetti negativi - hanno sostenuto Janeselli e Pergher - non ci riconosciamo, è limitativo». Pergher ha smentito tra l’altro le dosi decise dagli infermieri che avrebbero conosciuto meglio il malato rispetto al medico. Poi: «Non sono stati evidenziati gli aspetti umani e i rapporti positivi tra malato e infermiere». In particolare non è piaciuta perché «solo negativa», l’intervista al minatore divenuto “infermiere”. Qualche replica da parte degli autori ha poi smorzato i toni.

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