«O scegliamo i prodotti del territorio o perdiamo»

Mauro Poli: «Formaggi di malga, frutta e verdura bio, noi puntiamo sui piccoli produttori». L’Alto Adige? «Comunica meglio. Ma sui formaggi siamo più forti»


di Chiara Bert


TRENTO. «Siamo un territorio piccolo che non può competere con i grandi produttori sulla quantità. Noi dobbiamo puntare sulla qualità che spesso esula dal prezzo». Per Mauro Poli, direttore Affari generali del Gruppo Poli, qualità oggi significa rapporto con il territorio, sostegno alle piccole aziende e ai prodotti di nicchia. Lo dice nel pieno della bufera sull’esclusione di metà dei prodotti Latte Trento dagli scaffali del Sait.

Poli, il consigliere provinciale Lozzer, che è anche allevatore, sostiene che il Trentino deve imparare dall’Alto Adige a valorizzare i propri prodotti. Ha ragione?

Sicuramente gli altoatesini sono molto bravi a comunicare il loro territorio. Ma questo non significa che sia una questione di qualità dei prodotti. Nel settore lattiero-caseario i produttori trentini sono più forti, abbiamo molti più prodotti tipici.

Nel latte e negli yogurt però la situazione è molto diversa...

Sugli yogurt gli altoatesini sono più forti, così come sono più riconosciuti per i salumi, forti soprattutto dello speck. Quanto al latte, in Trentino il più apprezzato dai consumatori è ancora il Latte Trento. Vero è che in Trentino si vende più latte Mila di quanto non si venda Latte Trento in Alto Adige. Mila sfrutta il forte traino degli yogurt, che porta un riscontro maggiore anche fuori dal territorio.

Sait sostiene che i prodotti trentini nella loro rete valgono il 17%, che salgono al 30% considerando anche quelli dell’Alto Adige. Poli che percentuali ha?

Distinguerei. Ci sono merceologie dove il Trentino non ha produzione, dai detersivi ai prodotti per cani e gatti, o dove la produzione è molto bassa, come i biscotti. Altre dove arriviamo anche sopra il 50%, è il caso dei formaggi.

Qual è la vostra filosofia commerciale per quanto riguarda i prodotti del territorio?

Sono anni che il nostro gruppo ha intensificato il rapporto con il territorio che passa per i produttori locali. Da 4-5 anni abbiamo puntato su progetti, anche faticosi, ma orientati al sostegno delle piccole aziende, oltre ai grandi produttori come Latte Trento, Concast, Astro, Melinda. È una scelta che abbiamo fatto proprio per salvaguardare la tipicità del territorio, dalla coltivazione all’allevamento, e per mantenere viva la tradizione. Siamo convinti che più gente lavora, più tutti ne beneficiano.

Ci fa qualche esempio?

L’anno scorso abbiamo avviato il progetto dei formaggi Rendena, prodotti con il latte bio della razza bovina rendena doc. Un latte che altrimenti finiva nel latte comune. Siamo partiti con un prodotto, presto arriveremo a quattro, con due produttori. Nel caseario, è partita anche la promozione dei formaggi di malga, dove le mucche sono alimentate con mangimi biologici. E da gennaio avremo nei nostri supermercati frutta e verdura biologica di produttori locali.

Faticoso diceva...

Sì, perché un conto è relazionarsi con una grande azienda strutturata che ha processi di vendita codificati, altro è farlo con un piccolo allevatore, che dobbiamo aiutare per quanto riguarda etichettatura, controlli, consegne. Ma la forza di un territorio passa anche da scelte come questa che aiutano anche a mantenere alta la cultura alimentare dei nostri clienti.

Sait spiega l’esclusione di una parte dei prodotti Latte Trento dai propri scaffali con una scelta del mercato. Alla fine non è sempre il cliente a decidere?

Tutti noi della distribuzione guardiamo le richieste del cliente. Naturalmente poi conta il modo. Mi riesce difficile pensare che dall’oggi al domani ci si ritrovi con il 50% dell’assortimento in esubero. Ci può essere un prodotto che non gira, di solito allora si concorda con il fornitore con cosa sostituirlo. Non voglio entrare in scelte che naturalmente non conosco, ma per arrivare a una decisione così drastica o c’era un errore enorme a monte, o c’è dell’altro. Un po’ com’è accaduto per un dato così eclatante come i 130 esuberi annunciati...

Quanto pesa il costo di un prodotto nella scelta della grande distribuzione?

Siamo un territorio molto piccolo che non può competere con i grandi produttori sul terreno dei costi. Il Trentino deve puntare sulla qualità che spesso esula dal prezzo. Se come sistema trentino ci arrocchiamo sul prezzo e premiamo il fornitore dell’Emilia Romagna, facciamo una scelta miope. Abbandonare certi prodotti del territorio perché sono più cari è un errore: si indebolisce un sistema e un sistema debole è un sistema povero, che nel lungo periodo collassa.

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