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Nuova piscina, il modello ora è Trieste

Lunedì le commissioni sport e lavori pubblici in missione nella città giuliana. Serra, Pd: «Impianto gioiello da imitare»


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. Nell’immaginario di molti sono unite da un ponte. In realtà tra Trento e Trieste ci sono la bellezza di 360 chilometri ma, presto, le due città potrebbero essere “accomunate” da una piscina.

Già, lunedì si recheranno in missione proprio nella città giuliana due presidenti di altrettante commissioni comunali. Per cosa? Proprio per un focus sulla tanto discussa piscina su cui dovrà decidere a breve Palazzo Thun: «Quello di Trieste è un impianto che reputiamo perfetto anche per Trento. E che è amministrato pure in un modo molto interessante» osserva Paolo Serra, Pd, presidente della commissione sport. Serra a Trieste ci andrà con Emanuele Lombardo, Pd, che presiede l’analogo organismo che si occupa di urbanistica e lavori pubblici.

«Allora, diciamo subito che ci andiamo a nostre spese. Ma quello di Trieste è un impianto molto bello, attrezzato sia per il nuoto che per i tuffi. Moderno, con delle belle tribune per il pubblico per seguire le gare. All’assessore comunale e al dirigente - spiega Serra - ho anticipato che anche la nostra città sta pensando ad un nuovo impianto natatorio e che il loro è fonte di ispirazione. Tra l’altro il Comune di Trieste ha dato in gestione alla Federazione nuoto la piscina: loro pensano a tutto in cambio di un milione e 200 mila euro l’anno. Una soluzione su cui varebbe la pena di confrontarsi».

Come è noto il dibattito a Trento è sulla dimensione e sulla fisionomia dell’impianto natatorio nuovo: con vasca olimpionica (e su questo tutti sembrano d’accordo) ma anche, e qui sta il nodo, con una piattaforma per i tuffi: «Noi riteniamo di sì. Si dovrebbe essere coraggiosi e una piattaforma, magari non proprio da 10 metri, potrebbe trovare posto nel nuovo impianto. Sui costi di gestione e di realizzazione, come è noto, si attende uno studio commissionato dall’assessore allo sport Tiziano Uez. Ma la differenza di spesa finale, con una piattaforma magari di cinque metri, sarebbe ripagata da una struttura di qualità di cui la città ha bisogno. Con il nuovo impianto natatorio si libererebbero spazi utili, penso per dire alle Fogazzaro, che potrebbero finalmente ospitare le ginnaste, senza una sede vera e propria da sempre» osserva Serra.

Dunque Trieste. Un esempio mica da poco se è vero, come è vero, che la piscina Bruno Bianchi è uno degli impianti più complessi e grandi d’Italia. Ecco la descrizione.

E’ stata aperta al pubblico nel gennaio del 2005 e ha preso il posto della “vecchia” Bianchi, successivamente demolita, che era stata costruita nel 1954 sulle Rive, con la misura “irregolare” per le gare di nuoto di 33 metri.

Dispone di due vasche coperte, una “olimpica” di 50 metri x 25 metri (con un pontile mobile) con 10 corsie, e una da 25×16,5, con sei corsie, con “fossa” dei tuffi, utile anche all’attività dei sub. Il “castello” dei tuffi dispone di tutte le altezze e le tipologie di trampolini adatte per gli allenamenti e le gare, nazionali ed internazionali: piattaforme da 10, 7, 5 e 3 metri; due trampolini da 3 metri; un trampolino da 1 metro, oltre vari strumenti di allenamento, come tappeto elastico e trampolino a secco.

La vasca “olimpica” esterna è di 50 metri x 21 metri, con otto corsie e pontile mobile.

Le gradinate per il pubblico per la vasca olimpica interna, dove si disputano gare di nuoto, nuoto sincronizzato e partite di pallanuoto, è di 1070 posti. La vasca dei tuffi ha tribune mobili che possono ospitare massimo 450 persone, mentre la vasca “olimpica” esterna ha una disponibilità di 800 posti.

Le dimensioni dell’impianto e la possibilità di operare su più vasche contemporaneamente hanno permesso alla piscina “Bianchi” di ospitare, oltre a numerosissime gare regionali, anche gare, partite di pallanuoto e gare di tuffi, di livello nazionale ed internazionale. Completano la dotazione della piscina “Bianchi” anche due palestre, relativamente piccole, una attrezzate con macchine e pesi per il potenziamento e una corpo libero, riservate alle società sportive. Un bell’esempio per Trento.













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