Nidi pubblici da 10 e lode, aziendali da 5

Secondo l’assessore all’infanzia Castelli le strutture private non sono in grado di sostenere i costi in autonomia


di Luca Marognoli


TRENTO. Trento promossa a pieni voti per i servizi dedicati all’infanzia, bocciata per i nidi aziendali, che non riescono a decollare. É quanto emerge dalle valutazioni dell’assessore Paolo Castelli, espresse in chiusura del nostro “caso della settimana”.

Assessore, ritiene che Trento sia una città “a misura di bambino”?

I servizi socio-educativi per la prima infanzia e di conciliazione vanno valutati sulla base di tre indicatori. La percentuale di risposta alla popolazione potenzialmente interessata è a quota 36%, superando ampiamente la soglia del 33% prevista dal trattato di Lisbona per l'Europa. Che la qualità sia molto alta lo attesta l'indagine di soddisfazione degli utenti: nel 2011-2012, l’indice è stato del 97,13% e nei due anni precedenti del 96,87 e del 96,23. Quanto al costo, è accessibile proprio perché graduato in relazione alla capacità contributiva della famiglia.

Come sono stati accolti dalle famiglie gli aumenti delle rette degli asili nido?

Gli aumenti hanno riguardato solo le famiglie con la capacità reddituale più alta. Le quali sono convinte che per un servizio come questo siano giustificati. Stando ai dati dell'Osservatorio periodico sulla fiscalità locale della Uil, la retta media 2012-2013 dell'asilo nido è di 251 euro, pari al 7,8% del budget familiare, uguale a quella nazionale. A Bolzano si pagano 399 euro (12,45%), ad Aosta 379, a Trieste 339, a Firenze 338 e a Torino 337. Catanzaro ha la retta più bassa con 108 euro (3,4%), Roma è a quota 131 (4,1%).

Può fare qualche esempio differenziato per reddito?

A Trento le tariffe riferite all'anno educativo in corso sono più basse rispetto a 5 anni fa. Con il valore Icef minimo di 0,05, per il tempo pieno si pagano 40,60 euro al mese; con quello massimo di 0,3848, si sale a 437 euro. Ci sono anche riduzioni del 50% per il secondo figlio, e del 75% per il terzo gemello del primo. A favore delle famiglie affidatarie, inoltre, viene applicata la tariffa minima. Riduzioni sono previste anche nel caso di assenze: del 33,33% per quella “generica”, del 66,6% per quella certificata, del 100% per il ricovero ospedaliero.

Qual è la situazione dei nidi aziendali?

Purtroppo nella nostra realtà non hanno attecchito: a parte nelle grosse aziende pubbliche, come l'Università e l'Azienda sanitaria. So che il riscontro è molto positivo, con orari estesi e diversificati che vanno incontro alle esigenze dei lavoratori. Gli spazi sono messi a disposizione dalle aziende stesse e vengono ospitati esclusivamente figli di dipendenti, però si tratta, appunto, di aziende pubbliche. In quelle private i nidi non hanno avuto l'impulso che ci si aspettava. Hanno una dimensione e una forza economica tali da non consentire loro di sostenere i costi se non aggregandosi. Un episodio virtuoso è quello di E-Pharma, che ha avuto la capacità di farsi carico della messa a disposizione delle strutture necessaria. Non è un nido aziendale puro, ma uno misto perché la gestione è stata affidata alle Bellesini e vengono ospitati anche bambini esterni.

Parliamo dei servizi integrativi...

Oltre al Centro genitori e bambini (quota giornaliera di 10,61 euro), va citato lo spazio gioco presso il Magicocastello di via Petrarca, una possibilità offerta alle famiglie di portare il bambini per alcune ore al giorno (periodo minimo di due settimane) in un ambiente protetto, con un progetto educativo e il personale qualificato. La quota oraria in vigore è di 2,44 euro.

E le Tagesmutter?

Danno una risposta alle esigenze delle famiglie che ha la sua peculiarità nel progetto educativo: i nuclei sono di massimo 5 bambini, sotto la custodia di una Tagesmutter che esercita la propria attività presso il proprio domicilio. Il personale è preparato tramite un corso di formazione qualificante di 800 ore.

Qual è il servizio dedicato all'infanzia più apprezzato?

Il più ambito dalle famiglie rimane il nido. Oltre che per la qualità, per gli orari: dalle 7.30 fino alle 17, con possibilità di prolungamento. Alcuni sono aperti il sabato e offrono il part-time mattutino e pomeridiano, anche qui con la possibilità di anticipo e posticipo. Inoltre chiudono solo un mese l'anno: agosto. A completare l’offerta l’attività alcuni nidi privati e, sotto la gestione comunale, anche il nido estivo e l'animazione estiva per i bambini della scuole d'infanzia. Con i due nidi in costruzione a Ravina e Martignano, la capacità ricettiva attuale di 1.121 posti salirà di altri cento.

Margini di miglioramento ce ne ne sono sempre. Quali?

Ho una mia idea: bisogna rendere i nidi sempre più versatili, adattandoli al cambiamento epocale delle abitudini familiari: penso al lavoro part-time, a progetto e nei giorni festivi. Inoltre bisogna introdurli in strutture edilizie residenziali già esistenti, come al piano terra di un edificio di un nuovo quartiere. Le esigenze cittadine cambiano e, quando non servono più, i locali possono essere riconvertiti. Gli standard educativi invece non devono essere messi in discussione: sono garanzia di qualità.

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