«Nessuna negligenza per la morte in carcere»

Una delegazione del Pd ieri ha visitato la struttura di Spini. Rilevata una buona condizione generale, ma anche fattori critici come la mancanza di un direttore



TRENTO. «Non ci sono negligenze nella morte del ragazzo di 28 anni deceduto nel carcere di Spini». La delegazione del Pd formata dal consigliere provinciale Mattia Civico, dal deputato Gianluca Nicoletti e dal responsabile giustizia del partito nazionale Sandro Favi ieri ha visitato il carcere di Spini di Gardolo per verificare se vi sono responsabilità per la morte del giovane. La delegazione ha incontrato il responsabile delle guardie Domenico Gorla e il primario del pronto soccorso del santa Chiara Claudio Ramponi che è anche responsabile dell’infermeria del carcere. Sono state mostrate le cartelle cliniche ed è emerso che è stato fatto tutto il possibile per il giovane che è morto per cause naturali, senza alcuna responsabilità di altre persone.

Mattia Civico spiega che, però, il carcere, pur mostrando un’ottima condizione generale, presenta anche tre punti di fragilità sui quali si deve intervenire: «Noi abbiamo rilevato una situazione molto buona, soprattutto se confrontata con le altre strutture carcerarie italiane. Ma ci sono anche tre elementi di fragilità. Il primo è il fatto che, a fronte di un grande investimento della Provincia di Trento, che ha costruito un carcere super moderno, manca ancora un direttore stabile. L’attuale è a scavalco con Vicenza. Questo fa sì che manchi una direzione certa e sicura soprattutto per quanto riguarda i progetti a lunga scadenza».

Ma anche il secondo elemento di fragilità non è da poco: «In Trentino manca la figura del garante dei detenuti. E’ una figura che è molto utile per tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica sulla situazione del carcere e sui diritti di chi vi è recluso. Noi abbiamo ribadito l’esigenza di una figura del genere che possa anche fare da raccordo tra la società civile e i detenuti. Questo anche per fare in modo che i diritti di chi si trova a essere momentaneamente recluso vengano tutelati». Quindi il Pd chiede che il Consiglio provinciale, l’unico competente, istituisca il garante dei detenuti. Da più parti è stata avanzata questa richiesta, ma finora il garante dei detenuti non è stato istituito. Nella prossima legislatura potrebbe essere raggiunto l’obiettivo.

Importante anche il terzo elemento di fragilità messo in rilievo da Civico: «Noi chiediamo un impegno maggiore per il lavoro dei detenuti. Attualmente, con i progetti che sono attivi, possono lavorare solo i detenuti maschi e solo per un massimo di 2 mesi all’anno a rotazione. Per il resto, i detenuti passano anche 20 ore al giorno in cella. I progetti di lavoro che attualmente sono operativi sono importanti e benemeriti, ma ce ne vorrebbero di più. Senza contare il fatto che, con la prevista chiusura dello stabilimento Whirlpool, avrà termine il progetto che vede impegnati i detenuti nel montaggio delle porte dei frigoriferi. Noi chiediamo che si faccia di più per attivare nuovi progetti».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano