Negozi aperti di domenica, l’«anatema» di Bregantini

Il monsignore trentino ha lanciato la mobilitazione nazionale con una raccolta di firme al termine delle Messe: «Le decisioni vengano prese localmente»



TRENTO. Una mobilitazione nazionale contro l’apertura domenicale dei negozi: la promuove monsignor Giancarlo Bregantini, il sacerdote trentino che è il presidente della commissione della Cei «Lavoro, Giustizia e Pace», nonchè arcivescovo di Campobasso. Proprio nel capoluogo molisano, in conferenza stampa, il prelato ha presentato questa mattina l’iniziativa, denominata «Libera la domenica», con alcune associazioni di commercianti. L’intento è l’abrogazione della legge che lo scorso anno ha liberalizzato gli orari di apertura degli esercizi commerciali. E non è una battaglia per la messa, ha precisato Bregantini. «L’apertura domenicale deve essere l’eccezione, non la regola» ha detto sottolineando che in molti altri Paesi europei i negozi la domenica restano chiusi. L’arcivescovo ha poi fornito tre motivi: le persone hanno bisogno di riposo; poi, una mamma che deve lavorare non può stare con i figli nell’unico giorno in cui i bambini sono a casa; infine, ci si è accorti che la liberalizzazione non ha dato benefici e i negozi sono sempre in difficoltà. Domenica prossima, quindi, davanti a tutte le chiese italiane saranno raccolte le firme per sostenere la richiesta. «Puntiamo a superare le 50mila adesioni» spiegano i promotori. Bregantini ha aggiunto: «Per questi tre motivi chiediamo un ripensamento della legge. Non chiediamo che i negozi siano sempre chiusi, ma che vengano regolamentati. La competenza torni a livello locale, in modo che la decisione sulle aperture venga presa solo di fronte a necessità concrete».

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