LA STORIA

Natalia, fra i lupi, i cedroni e due figli

La naturalista Bragalanti racconta come ha realizzato i suoi sogni e le difficoltà che ha trovato


di Maddalena Di Tolla Deflorian


TRENTO. Sin da bambina sognava la natura e gli animali selvatici. Coerentemente si è laureata in Scienze Naturali all'Università dell'Insubria nel 2004, con una tesi sull'ecologia dell'orso bruno, svolta presso il Parco Naturale Adamello Brenta. Natalia Bragalanti, nata a Cremona, classe 1979, oggi vive in Trentino e riesce a coltivare la sua passione, pur essendo mamma di due bimbi di tre anni e nove mesi. Dal 2005 collabora con il Settore trentino del Parco Nazionale dello Stelvio come tecnica faunistica, organizza e realizza censimenti (rapaci, galliformi, ungulati), predispone banche dati e GEOdatabase e attività per la Rete Natura 2000. Dal 2012 per conto del Muse collabora con l'Ufficio Faunistico della Provincia Autonoma di Trento, occupandosi principalmente di Gis, banche dati, comunicazione sui grandi carnivori e attività legate al progetto Life Arctos. All'interno dalla Sezione di Zoologia dei Vertebrati del Muse segue la realizzazione dell'Atlante dei mammiferi del Trentino e aspetti tecnici del progetto Life Wolfalps. Biologo o naturalista fa spesso rima con sesso maschile, sicuramente nell'immaginario collettivo.

Nel mondo della ricerca faunistica sta aumentando la presenza femminile? Ci sono delle differenze nel modo di praticare e percepire il vostro lavoro fra donne e uomini?

Sicuramente assistiamo ad un aumento della presenza femminile in questo settore negli ultimi anni. Però tutt'oggi prevale direi al 90% quella maschile. La presenza delle donne è quindi fondamentale, perché portano uno sguardo in generale diverso da quello maschile. Dopo di che, ogni persona ha un suo sguardo, una sua percezione.

Che difficoltà si incontrano a svolgere questo lavoro, essendo donna e madre?

Diciamo che c'è una selezione naturale, sin dall'inizio. Per una donna, soprattutto quando diventa madre, non è facile conciliare le esigenze, devo dirlo. Cito alcuni esempi: quando seguo il censimento del cervo esco alle undici di notte e rientro a casa alle sette del mattino. Quando seguo il gallo cedrone mi alzo alle due del mattino. Io sono fortunata, ho un compagno che mi supporta, anche perché lavora nel campo della ricerca lui stesso.

I committenti prestano attenzione alle sue esigenze di madre e alla famiglia?

Devo dire di sì. Ho sempre incontrato persone collaborative negli enti per cui lavoro (Ufficio faunistico della Provincia, Muse, Parco dello Stelvio), che non sbuffano se un bimbo si ammala e devo rimandare un impegno. Durante la gravidanza ovviamente ho ridotto drasticamente le uscite sul campo. Ma non ho perso occasioni di lavoro. Ci si riesce ad organizzare.

E così Natalia, la naturalista, segue anche le piste lasciate nella neve da Giuletta, la lupa della Lessinia, fra altri animali.













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