Muro sulla Finanziaria oltre tremila emendamenti

Ostruzionismo delle minoranze. A impensierire Rossi nasce la nuova coppia Bezzi-Bottamedi. In consiglio Kaswalder e l’ex grillina votano con l’opposizione


di Chiara Bert


TRENTO. Oltre 3 mila. Anche quest’anno sulla Finanziaria provinciale si abbatte una pioggia di emendamenti che sta mandando in affanno gli uffici del consiglio: emendamenti in gran parte ostruzionistici, da parte delle minoranze che attendono il passaggio più cruciale dell’anno per incassare qualcosa dalla giunta. E la Finanziaria 2015 non fa eccezione, anche perché questo è il primo anno del nuovo sistema, in cui si votano ben tre disegni di legge: il bilancio, la legge di stabilità e la legge collegata.

I paletti per presentare emendamenti - aveva annunciato il presidente del consiglio Bruno Dorigatti - sono più stretti (sulla collegata devono avere un riflesso finanziario), ma proprio il timore di una stretta ai propri margini di azione ha spinto le opposizioni a calare la scure: 1870 emendamenti sono stati presentati solo dalla Lega Nord, oltre un centinaio condivisi con Forza Italia, altri 1000 portano la firma di Giacomo Bezzi (Fi), più quelli della Civica Trentina e di Filippo Degasperi (M5S). Cinquanta emendamenti sono di Claudio Cia, che chiede tra l’altro di assimilare ad abitazione principale gli appartamenti di anziani o disabili ricoverati nelle Rsa. «Vogliamo essere sicuri che le nuove regole non cassino la gran parte degli emendamenti». Maurizio Fugatti (Lega) spiega così la sua manovra ostruzionistica. Nel merito, le richieste principali riguardano l’Irap (si chiede di mantenere le aliquote 2015, in particolare per le aziende che mantengono l’occupazione, ma la stessa giunta ha presentato un emendamento in questa direzione), la riduzione dell’Imis per i fabbricati di categoria D e le agevolazioni fiscali ai negozi di montagna, ma anche i temi caldi del momento, sui punti nascita di valle, il direttore dell’Azienda sanitaria, gli accorpamenti delle scuole, la Rsa unica, e temi più tradizionalmente leghisti (giro di vite sulle moschee, divieto del velo negli ospedali).

Ma la mole di emendamenti consegna anche un’inedita alleanza destinata ad impensierire il governatore Ugo Rossi: è la nuova coppia formata da Manuela Bottamedi (l’ex M5S entrata nel Patt) e Giacomo Bezzi (FI), che hanno co-firmato un’ottantina di emendamenti: per garantire il primario di anestesia in ogni ospedale di valle, estendere le agevolazioni Irap alle agenzie di viaggio colpite dalla crisi e contro l’Icef sui rimborsi a chi deve farsi curare fuori provincia. Una convergenza che investe gli equilibri di una maggioranza già costantemente in fibrillazione, in particolare sulla sanità dove Rossi e l’assessore Luca Zeni si trovano a fronteggiare le proteste delle periferie contro il ridimensionamento degli ospedali. E nei corridoi del consiglio si rincorrono voci di un avvicinamento tra una parte del gruppo autonomista (Kaswalder, Bottamedi, Luca Giuliani) e la Forza Trentino dell’ex autonomista Bezzi, che - solo soletto in consiglio e con una Fi ai minimi storici - da tempo cerca sponde nel suo ex partito. Già ieri del resto in consiglio regionale, dove in discussione c’era la Finanziaria della Regione, Bottamedi e Walter Kaswalder, da tempo in rotta con Rossi, hanno votato con le minoranze su un emendamento di Marino Simoni (Pt) contro il taglio delle indennità ai segretari comunali, emendamento su cui Rossi aveva espresso parere negativo e che poi è stato bocciato dall’aula. Un emendamento analogo era stato presentato da Kaswalder, che poi lo aveva ritirato. Insomma acque ancora agitate nel Patt di Rossi e Panizza, a tre mesi dal congresso di marzo.













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