Mori, condannato per il furto da 3 euro

Un mese di reclusione a Giuseppe Farinati. La Coop di Mori lo accusa di avere rubato un dolcificante



ROVERETO. Si può finire a processo per avere tentato di rubare una scatoletta di compresse dolcificanti dietetiche, di 3,09 euro di prezzo? La risposta è sì. Se si ha la sfortuna di incappare in un’azienda - nel caso specifico, la Cooperativa di Mori - che ha deciso di adottare il metro della totale inflessibilità nella speranza di scoraggiare la piaga dei furti che sta condizionando pesantemente il suo bilancio: tra ammanchi e spese per la sicurezza, il 7 per cento del fatturato. Si spiega così non solo la querela contro Giuseppe Farinati, ma anche il rifiuto di ritirarla di fronte all’offerta del risarcimento del danno e, infine, la costituzione di parte civile in processo. Una specie di guerra al taccheggio. Di cui Farinati - che peraltro ha sempre protestato la propria innocenza - ha fatto le spese.

I fatti risalgono al luglio 2012. Farinati stava facendo la spesa. E lo stesso direttore della cooperativa, Giorgio De Franceschi, lo aveva visto - ha riferito ai carabinieri - mettere nel borsello qualcosa. Che al passaggio dalle casse, non aveva tirato fuori e quindi pagato. A quel punto lo aveva invitato a seguirlo nel suo ufficio e lì aveva accertato che l’oggetto rubato era una scatoletta di dolcificante dietetico. Prezzo, appunto, 3,09 euro. Aveva chiamato i carabinieri per l’identificazione e quindi querelato per tentato furto l’uomo.

La versione di Farinati, riferita in aula dal suo avvocato, è molto diversa. La scatoletta sarebbe stata nella borsa della spesa col resto e se non risultava sullo scontrino non poteva che essere per un errore della cassiera di cui lui non si era reso conto. Del tutto incompatibile con quella del direttore: lo sforzo del legale è stato tutto orientato a convincere il giudice che tra i due non è affatto scontato che il più credibile sia il direttore. Lo stesso che patteggiò 2 anni nel 2011 proprio per avere «forzato» al risarcimento una donna che riteneva fosse solita rubare nel supermercato. Insomma, la difesa lo ha dipinto come una sorta di sceriffo che combatte una guerra personale e magari può anche farsi prendere la mano, pensando che il fine giustifichi i mezzi.

Una tesi che non ha convinto il giudice Corrado Pascucci: Giuseppe Farinati è stato condannato a 1 mese di reclusione e 60 euro di multa, più il pagamento di 50 euro per i danni ed altri 800 per le spese in giudizio della parte civile, oltre al resto delle spese processuali. (l.m)

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