Milenkovic: «Solo abbracci innocenti»

Il maestro di violino si difende e respinge le accuse di violenza sessuale



ROVERETO. «Quei baci e abbracci erano del tutto innocenti». E' disperato il maestro Zoran Milenkovic, violinista di fama internazionale e insegnante in una scuola musicale, accusato di violenza sessuale. Dal carcere di Montorio ora si trova agli arresti domiciliari nella sua abitazione. E non sa darsi pace per le accuse infamanti che gli vengono rivolte: ribadisce che non c'era alcuna malizia in quei baci e abbracci nei confronti delle allieve.

Si trattava soltanto, ribadisce, di dimostrazioni di affetto. «Con lui ci siamo incontrati in più occasioni - afferma l'avvocato Tiziano Bonato - ed è distrutto e preoccupato. Non tanto per lui quanto per la sua famiglia perché vuole evitare che i suoi figli debbano difendersi da un marchio per cose che lui non ha commesso». Bonato ha seguito Milenkovic fin dall'inizio della vicenda giudiziaria (con la denuncia di due allieve al centro delle attenzioni del maestro) e che ora ha deciso di rimettere in mandato alla vigilia dell'udienza del processo che è stato rinviato al 21 ottobre dopo la riunificazione dei procedimenti diventati due in seguito alle dichiarazioni di una giovane e il conseguente arresto del maestro Milenkovic.

Ora Milenkovic è difesto dall'avvocato Stefano Trinco. «La decisione di rimettere il mandato - spiega l'avvocato Bonato - non è legata ai fatti in contestazione, quanto piuttosto al fatto che si è creata una confusione nei ruoli tra imputato e famiglia ed è venuto meno il rapporto fiduciario. Comunque sono soddisfatto per il primo risultato raggiunto (il tribunale del riesame ha concesso i domiciliari a Milenkovic ndr) e mi auguro che riesca a dimostrare le sue ragioni».  Una vicenda complicata quella che riguarda il maestro Milenkovic non solo dopo l'arresto (avvenuto il 28 maggio e il trasferimento nel carcere di Montorio Veronese prima degli arresti domiciliari concessi il 15 giugno) ma anche per gli episodi che riguardano le prime contestazioni, quelle di molestie sessuali. L'avvocato Michele Luscia difende l'associazione per la quale Milenkovic teneva i corsi di violino «segutissimi da ragazzi e ragazze legati all'insegnante tanto che quando non gli era stato rinnovato il contratto in una scuola musicale avevano deciso di seguirlo in massa». L'associazione è stata citata per responsabilità civile (e non penale) in quanto avrebbe "agevolato" le azioni del maestro.

«Quando abbiamo saputo che i genitori di due allieve avrebbero denunciato il maestro, il direttivo dell'associazione si è attivato ed ha chiesto spiegazioni al maestro. Che ha rigettato le accuse mettendosi a disposizione dell'autorità giudiziaria. Inoltre - afferma Luscia - l'associazione ha sentito gli altri genitori degli allievi dai quali non è arrivato alcun rimprovero al maestro. Anzi, tutti lo hanno difeso e si sono detti soddisfatti dei risultati ottenuti dai loro figli. Gli allievi stessi sono legati all'insegnante tanto che ancora adesso chiedono quando lui potrà tornare ad insegnare».  E i baci, gli abbracci prolungati, le attenzioni nei confronti delle allieve? «Semplici dimostrazioni di affetto: quello era il suo modo di rapportarsi. Ma non ci sono mai stati palpeggiamenti, mai carezze, così come mai baci sulla bocca. Inoltre - prosegue il giovane legale - cosa avrebbe potuto fare considerato che la porta dall'aula dove si tenevano le lezioni era sempre aperta. Non c'è alcun riscontro oggettivo, solo dichiarazioni, solo racconti da parte delle ragazze, a qualche anno di distanza e con tante contraddizioni». Insomma, secondo Luscia, Milenkovic sarebbe vittima di livori personali e di un clima pesante dopo il suo allontamento da una scuola musicale.

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