Melinda, più mele ma i prezzi sono in calo

Approvato il bilancio di previsione, si guarda ai mercati esteri



CLES. Bene la quantità (+10% rispetto alla pur importante produzione del 2010) ma una flessione del 10 - 12% del prezzo che si registrava 12 mesi fa a fine gennaio. Questo in estrema sintesi il bilancio di previsione del Consorzio Melinda 2011 - 2012 approvato ieri dall'assemblea generale dei soci riuniti nella sede di Cles. Più mele conferite dunque (oltre 370.000 tonnellate) ma con meno merce commercializzabile alla massima a causa delle grandinate che nel corso dell'estate 2011 hanno martellato ampie zone della valle, compromettendo in parte il raccolto in termini di qualità più forse che di quantità.

«Sono stati fenomeni intensi, oltre il 25% dell'intero raccolto presenta significativi danni da grandine e questo comunque incide sul bilancio che ci attende quest'anno» commenta il presidente del Consorzio, Michele Odorizzi.

Quanto al mercato, le vendite, in termini di quantità, stanno procedendo normalmente e sono ad oggi sostanzialmente in linea con le previsioni. Diverso invece l'andamento dei prezzi che sono in calo del 10-20% rispetto a ciò che succedeva a fine gennaio 2011, ed è una percentuale tutt'altro che tranquillizzante. Due le ragioni - secondo Odorizzi - di questo calo: l'offerta di mele che nell'Europa a 27 nel 2011 non è stata eccezionale ma comunque superiore a quella dell'anno scorso, e la propensione ai consumi che appare inferiore a quella degli ultimi anni. In una parola anche le mele avvertono la crisi e la cosa non è destinata ad esaurirsi almeno nei prossimi mesi.

Una risposta può arrivare dall'aumento di produzione (alla fine dovrebbe essere di circa l'8%, considerando anche le grandinate) ma se il calo di prezzo sarà nell'ordine del 15 - 20% i conti sono presto fatti con un bilancio finale inferiore di una decina di centesimi almeno rispetto al ricavo medio (soddisfacente) di euro 0,49 al chilo della campagna precedente. Sensazioni più che cifre esatte perché dall'assemblea di Melinda numeri non ne sono usciti, ma il presidente Odorizzi è comunque ottimista pur con tutte le incertezze che non riguardano certo solo il prodotto mele. «Il risultato finale previsto - ancorché tutt'altro che scontato - dovrebbe rimanere su un livello tale da garantire la piena sostenibilità della frutticoltura nelle valli del Noce» afferma.

Per il grande consorzio noneso la sfida ora si amplia perché di fronte ad un mercato interno (italiano) che fatica, la soluzione può venire solo dall'esportazione. Ma qui la competizione si amplia e il marchio, che in Italia ha un significativo valore aggiunto, Oltrebrennero o oltremare pur conosciuto ha una presa diversa.













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