Le automediche per l’emergenza

Da 3 elicotteri si è passati a uno: l’altro Agusta operativo entro 10 giorni, la Provincia valuta di noleggiare un mezzo


di Chiara Bert


TRENTO. «Continueremo a garantire il servizio di elisoccorso e di elitrasporto, provvedendo se necessario al noleggio di un apparecchio o ad un'altra soluzione utile a supplire all'assenza dell'altro elicottero, che tornerà ad essere comunque operativo entro una decina di giorni». Così l’assessore alla protezione civile Tiziano Mellarini ieri ha voluto dare garanzie esplicite sull’impegno della Provincia che in pochi giorni ha subito un uno-due pesante: con lo schianto dell’Agusta 139 domenica a Campiglio, mentre l’elicottero gemello è attualmente in manutenzione, attualmente resta un solo mezzo in grado di garantire il volo notturno, il più piccolo Dauphine che domenica è stato utilizzato in soccorso dopo l’incidente.

«Un’emergenza», ammette il direttore dell’Azienda sanitaria Paolo Bordon, che già ieri di buon mattino ha avuto un confronto con il direttore di Trentino Emergenza Oliviero Valoti per decidere le contromisure da adottare in via immediata. La prima cosa che abbiamo fatto - spiega Bordon - è stato spostare l’automedica (con la presenza del medico a bordo) all’eliporto di Mattarello: oggi il mezzo si muove solo su Trento, in questa fase di emergenza avrà invece con un raggio d’azione territoriale più ampio per coprire tutte le esigenze che la centrale di Trentino Emergenza riterrà necessarie. L’automedica funzionerà dunque come mezzo di soccorso h24, potendo contare sui medici in più recuperati dagli anestesisti-rianimatori che attualmente non hanno la possibilità di operare sugli elicotteri che non sono disponibili.

Seconda azione adottata: sia Bordon che Valoti hanno contattato i responsabili dell’elisoccorso dei territori confinanti: Pieve di Cadore per la zona San Martino di Castrozza-Primiero, Bolzano, Verona e l’Areu, l’Azienda regionale emergenza-urgenza della Lombardia. Un appello ai vicini. «Li abbiamo messi al corrente della nostra attuale situazione di debolezza di mezzi», spiega il direttore dell’Azienda sanitaria, in vista di eventuali collaborazioni di aiuto nel trasporto dei pazienti. «Certo che - aggiunge Bordon - sul volo notturno gli unici a poterci aiutare sono i lombardi».

Nell’immediato l’Azienda sanitaria punta al soccorso su strada: oltre alla missione più ampia dell’attuale automedica posizionata all’eliporto, ci sarà un mezzo stradale in più a disposizione, un’altra automedica che verrà rapidamente attrezzata per supportare i soccorsi nelle prossime settimane. «Nell’immediato stiamo cercando di sopperire in questo modo», conclude Bordon, «se poi la Protezione civile ci metterà a disposizione un elicottero a noleggio in tempi brevi, tanto meglio. Avremo meno emergenza». Per quanto riguarda il nodo dei parti dopo la chiusura parziale dei punti nascita (Cavalese e Arco), il direttore ricorda che «già oggi Trento e Rovereto sono i due ospedali di riferimento per la notte, ci sono le automediche e i parti precipitosi non sono più di 16-20 all’anno». Incrociando le dita, tutti sperano che l’emergenza abbia vita breve. Intanto Bordon ci tiene a ringraziare tutto il personale del 118 «per la professionalità e lo spirito di squadra dimostrato domenica, sia nel soccorso alle persone che nel soccorso tra soccorritori». «Non occorreva richiamare in servizio nessuno, erano già tutti lì», aggiunge, «e questo dimostra il loro valore, insieme ai vigili del fuoco e al personale della Protezione Civile».

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