Latte Trento, patteggiano in due

Multa di 33 mila euro per Paoli e Perozzo per abbandono di rifiuti



TRENTO. Hanno patteggiato una pena di 3 mesi e 17 giorni, poi convertita in una mula di 33 mila euro ciascuno, il presidente e il direttore di Latte Trento, Francesco Perozzo e Sergio Paoli. Ai due il pubblico ministero Maria Colpani contestava il reato di abbandono di rifiuti pericolosi. La vicenda è legata allo stato di abbandono in cui versava la vecchia sede della Latte Trento, a Campo Trentino. Adesso l'area, che era già stata sottoposta a sequestro, potrà passare alla Provincia.

Al posto del vecchio stabilimento della Latte Trento, infatti, ci sarà una grande rotatoria della nuova bretella che collegherà la tangenziale alla Trento Rocchetta. L'area era già stata espropriata con un corrispettivo di oltre 5 milioni di euro. L'inchiesta penale, però, aveva bloccato tutto. L'indagine era partita dopo tre piccoli incendi nel vecchio stabilimento che, nel corso degli anni, era stato trasformato in una sorta di rifugio per disperati. Dopo il terzo incendio, partì l'inchiesta e l'area venne messa sotto sequestro. Nel piazzale antistante al vecchio stabilimento c'erano rifiuti accumulati per di più dai disperati che dormivano nel capannone. Non solo, c'erano anche dei frammenti di amianto. Per questo motivo, era scattato il sequestro dell'area.

La difesa di Perozzo e Paoli, sostenuta dagli avvocati esperti di diritto ambientale Tommaso Fronza e Giuliano Valer, ha sempre sostenuto che i due rappresentanti della Latte Trento non avevano nessuna responsabilità, dal momento che i rifiuti erano stati abbandonati dai disperati. Per la Procura, però, nel sito c'erano anche rifiuti della cooperativa, come vecchi computer, vecchi documenti e arredamenti vari. A questi rifiuti, poi, si sarebbero aggiunti quelli lasciati da chi dormiva nel capannone.

La Procura contestava ai rappresentanti della Latte Trento di non aver rimosso subito i rifiuti, in modo tale da provocare il rischio di incendi. Di incendi ce ne sono stati tre, di piccole dimensioni. Poi è intervenuta la Procura che ha disposto il sequestro. Lo scopo era quello di evitare che la situazione degenerasse. Infatti, si era creato un momento di empasse perché la Provincia aveva già avviato l'esproprio dell'area, ma poi non lo aveva eseguito. Nelle more, lo stabilimento, ormai abbandonato da anni, era diventato terra di nessuno.

Adesso arriva il patteggiamento che dovrebbe chiudere tutta la vicenda. Si tratta di un passaggio importante perché si sblocca in questo modo l'esproprio e l'area potrà passare definitivamente alla Provincia. Importante anche il fatto che la Procura abbia qualificato il reato come abbandono di rifiuti pericolosi. Se fosse stato contestato il reato di discarica abusiva, si rischiava la confisca dell'area. In questo caso, ovviamente se ci fosse stata condanna, la Latte Trento avrebbe perso il compenso milionario per l'esproprio. Con il patteggiamento il rischio è svanito.













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