L'ex catasto «vittima» dei tagli

Non ci sono soldi: niente ristrutturazione per il palazzo chiuso da sei anni


Giancarlo Rudari


ROVERETO. Tagli e risparmi nella pubblica amministrazione fanno una vittima: l'ex palazzo del catasto e del tavolare abbandonato da sei anni. Nemmeno nel 2012 verranno realizzati i tanto attesi lavori di ristrutturazione complessiva per poter così riutilizzare il prestigioso edificio: i fondi a disposizione basteranno soltanto a garantire la manutenzione.

Il palazzo di via Carducci, conosciuto anche come il palazzo delle trifore per via dell'ordine delle finestre che caratterizzano la sala al primo piano, è abbandonato da anni. Da quando gli uffici del catasto e del libro fondiario sono stati trasferiti in via Pasqui. Da allora sull'edificio prestigioso di proprietà della Regione è calato il silenzio e l'abbandono. Niente più sala utilizzata per incontri, niente più impiegati: soltanto qualche ufficio utilizzato come magazzino per stivare vecchi mobili. E il trascorrere del tempo ha lasciato i segni, pesanti: il tetto che fa acqua, le imposte (tolte) che rischiavano di cadere sui passanti in via Tartarotti, l'impianto di illuminazione in tilt, l'umidità che gonfia e fa staccare gli intonaci... Insomma, un nobile palazzo in piena decadenza.

Una decadenza che verrà tamponata, come assicurano in Regione, soltanto con interventi di manutenzione straordinaria. «Nel bilancio 2012 non è stato inserito l'intervento di ristrutturazione generale perché troppo impegnativo dal punto di vista finanziario - ammette la dirigente del servizio patrimonio Maria Chiara Fauri - Per l'anno in corso è stata stanziata una somma di 200.000 euro per la manutenzione straordinaria».

Ridare nuova vita al palazzo impegnerà non poco le finanze pubbliche. Anche perché si tratta di un intervento difficile e complessivo non fosse altro per la delicatezza necessaria che richiede un edificio d'epoca destinato ad ospitare gli uffici del giudice di pace attualmente al Follone. «E' nostra cura provvedere ad un progetto di ristrutturazione generale partendo dal tetto fino ad arrivare al piano terra. Un intervento che - spiega Paolo Castelli, direttore dell'ufficio tecnico della Regione - prevede lo smantellamento del tetto che è tutto da rifare, lo sbarrieramento dell'edificio con la realizzazione di un ascensore ed altre opere che ne consentiranno una volta concluse il pieno utilizzo. Si tratta in sostanza di una ristrutturazione radicale e costosa. Alla luce della situazione finanziaria che caratterizza gli enti pubblici ed i vincoli del patto di stabilità, non mi sembra che ci siano le risorse necessarie per l'anno in corso...».

Inutile nascondersi: nonostante le promesse che già nel 2011 sarebbero iniziati i lavori non ci sono speranze nemmeno per il 2012 di vedere il cartello "lavori in corso". Si vedranno gli operai lo stretto tempo necessario a garantire interventi tampone per evitare che il tempo danneggi ulteriormente la struttura ed evitare che ne comprometta la stabilità. Per gli uffici del giudice di pace e per la sala delle trifore i tempi sono ancora lunghi...













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