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L'assessore Gilmozzi: «Sui bus multe da 100 euro»

Tunnel del Brennero, Valdastico, aeroporto e trasporti interni, ecco i piani della giunta provinciale: «Il Trentino deve stare al centro delle grandi vie di comunicazione»


di Luca Petermaier e Luca Pianesi


TRENTO. Multe più salate per i “portoghesi”, azioni di sensibilizzazione per incentivare la validazione dei documenti di viaggio (anche utilizzando disoccupati e cassaintegrati), nuovi accordi con Bolzano per promuovere l’utilizzo dei mezzi pubblici (su tutti tentare di estendere l’Alto Adige Pass ai pendolari di tutta la provincia, non solo a quelli di Trento), ma soprattutto Tunnel del Brennero, Valdastico, Areoporto Catullo. Riassunto: ecco la politica dei trasporti che la Provincia intenderà perseguire nel prossimo decennio. A raccontarcela l’assessore provinciale alle infrastrutture e ai trasporti Mauro Gilmozzi e i suoi due dirigenti: Raffaele De Col (infrastrutture e mobilità) e Roberto Andreatta (trasporti pubblici).

LA MAPPA INTERATTIVA DEI DISSERVIZI SU BUS E TRENI

Partiamo da uno dei temi che ha “scaldato” di più gli animi dei nostri lettori in questi giorni. Tantissime segnalazioni giunte al nostro contatto mail “trasporti@giornaletrentino.it” riguardano i “portoghesi”. La Provincia come intende impegnarsi per ridurre il fenomeno?

Servirà un mix di azioni perché il problema non si risolve con provvedimenti a spot. Innanzitutto dovremo sicuramente ricalibrare le sanzioni. Far pagare 15 euro di multa (se si paga subito. Sono 30 se la si porta a casa e si salda in un momento successivo) è troppo poco. Praticamente dopo 11 volte che viaggio senza biglietto “risparmio” anche se prendo la multa. Il rischio è troppo basso. Le dovremo, quindi, portare sopra i 100 euro. Un minimo di deterrenza ci vuole. Poi dovremo facilitare dei processi di educazione civica. Stiamo monitorando altre realtà italiane e europee per prendere spunto.

Potete farci qualche esempio concreto?

In Italia stiamo guardando con grande attenzione l’Umbria e la Toscana. Lì è l’autista che compie una prima forma di controllo. Si sale solo davanti e se non si timbra il biglietto lui può rifiutarsi di partire. Al tempo stesso, però, il ticket può essere acquistato, a un prezzo maggiorato, direttamente sul mezzo. A Liegi inserendo l’obbligo di salire solo dalla porta anteriore l’evasione si è ridotta dal 18% allo 0,5%. In molti casi, infatti, è l’essere identificato come “portoghese” dagli altri utenti che scoraggia il potenziale evasore dal non rispettare le regole.

Trentino trasporti ci aveva parlato di un accordo con l’Agenzia del Lavoro per utilizzare i disoccupati per i controlli. E’ possibile?

Sì, potrebbero essere impiegati proprio nei termini che dicevamo. Senza che erogare multe o sanzioni loro potrebbero fare “pressione” a chi non paga il biglietto semplicemente controllando le salite e le discese sugli autobus. Poi qualcuno che non pagherà, anche se invitato esplicitamente a farlo, ci sarà sempre ma, in prospettiva, in questa maniera potremo recuperare moltissima evasione.

Bene, parlando di prospettiva: i 2 pulmini a idrogeno costati alla Provincia 4,6 milioni di euro oggi inutilizzati sono stati un buon investimento?

Restiamo convinti di si. Li abbiamo fatti per i Mondiali di sci in Val di Fiemme e li abbiamo usati alle Universiadi dello scorso inverno. Sono stati una vetrina importante per il Trentino. Ora stiamo lavorando con la Provincia di Bolzano per creare qualcosa che permetta di industrializzare questi prototipi. Ma al di là del futuro questi pulmini rappresentavano qualcosa di cruciale dal punto di vista dell’immagine. Il Trentino vuole una mobilità sostenibile, rispettosa dell’ambiente ed è per questo che vogliamo continuare ad investire anche nel progetto delle bici elettriche. Oggi abbiamo 600 utenti giornalieri. Quello che dobbiamo riuscire a fare è permettere a un abitante di Pergine di arrivare a Trento e tornare a casa, tutto con il bike sharing. Vogliamo collegare tutta la provincia. Il Trentino deve diventare protagonista.

Che vuol dire protagonista?

Vuol dire che intendiamo, in futuro, non essere solo un punto di passaggio dei grandi assi viari d’Europa, che non vogliamo solo essere una zona di transito. Intendiamo diventare un nodo cruciale di queste reti per valorizzare la ricchezza del nostro territorio. E per questo i nostri sforzi sono diretti fortemente sulle rotaie.

Tunnel del Brennero?

Esatto. Questa è una priorità. Ormai diamo per certo che nel 2025 l’opera ci sarà. A quel punto saremo al centro dell’asse Berlino-Palermo in mezzo ai due interporti internazionali di Verona e Monaco. Dovremo, quindi, lavorare alla logistica di gestione delle merci con questi due fondamentali centri di scambio, seppur anche Trento avrà una sua uscita di scambio. Ora sta per partire la progettazione preliminare effettiva. Per coordinarne le attività istituiremo un Osservatorio del Brennero composto da un comitato scientifico, da rappresentanti dei Comuni e della Provincia. Sarà un organismo indipendente che servirà a compiere le varie analisi del territorio, i confronti con le diverse comunità e che si farà garante del processo.

A quel punto le merci passeranno essenzialmente su rotaia. Così non svuotiamo l’A22?

L’A22 è già troppo trafficata. Se verrà sgravata dal transito di diversi camion se ne guadagnerà tutti in salute e sicurezza. E a guadagnarne sarà anche l’ambiente. E’ per questo che come Provincia ci opponiamo fortemente alla Valdastico. L’Europa si sta orientando verso il trasporto, sia merci che passeggeri, su rotaia. E noi investiamo in nuove autostrade? Mi sembra assurdo. Se ai veneti serve un canale diretto con l’Austria e la Germania se lo facciano da soli ma non ci coinvolgano. Anche perché se quell’asse venisse realizzato dovremmo rivedere completamente la viabilità di Trento che si trasformerebbe nel centro dell’A22 da una parte e della Valsugana e dell’A31 dall’altra.

Ma un canale diretto con il Veneto non potrebbe convenire anche al nostro tessuto industriale e imprenditoriale?

Oggi con il treno si arriva a Venezia in poco più di 2 ore. Se proprio i nostri cugini veneti volessero lavorare a una nuova connessione con il Trentino si potrebbe potenziare la ferrovia della Valsugana. Su questo saremmo d’accordissimo anche noi. Anche perché Venezia, in futuro, sarà la “Malpensa” del Nord Est e anche questo asse viario diventerebbe di primaria importanza.

E il “nostro” Aroporto Catullo di Verona?

E’ pronto al rilancio grazie all’apporto fondamentale di un privato con 27 milioni di euro. Noi, tramite l’Aerogest saremo presenti in ogni processo di sviluppo della struttura e condivideremo anche il piano industriale. Circa il 6% dei turisti che arrivano in Trentino passano dal Catullo quindi dobbiamo assolutamente rilanciarlo.

Grandi piani e grandi progetti: ma intanto i pendolari della provincia diretti a Bolzano (eccetto quelli di Trento) non possono fruire dell’Alto Adige Pass e dei suoi benefici. Cosa farete a riguardo?

Quella di concedere l’Alto Adige Pass solo agli abitanti di Trento è stata una scelta, non condivisa con noi, della Provincia di Bolzano. Ma, certamente, questa sarà una delle cose da andare a discutere con l’Alto Adige nei prossimi mesi. Sono tante le collaborazioni che dovremo potenziare. Questa è una di quelle che ci impegniamo a portare a termine.













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