In crisi con il mutuo, 400 case all’asta

Il direttore dell’Istituto vendite giudiziarie: «I casi di pignoramento sono quasi triplicati, la gente non riesce più a pagare»


di Giuliano Lott


TRENTO. Sono tempi grami per (quasi) tutti, e lo si misura anche dai pignoramenti. Sono sempre di più infatti i trentini che non riescono ad onorare gli impegni con la propria banca d’appoggio. Al punto che la casa, pagata con faticose rate mensili, può finire all’asta anche se ormai resta pochissimo per saldare il debito. Negli ultimi tempi, il numero di chi si è visto apporre i sigilli giudiziari all’ingresso di casa si è impennato. «Più che raddoppiato - conferma Danilo Girardi, direttore dell’Istituto vendite giudiziarie di Trento -. La casistica è aumentata in maniera impressionante negli ultimi tempi». A dare una cifra indicativa ci pensa lo stesso Girardi: «Tra gli immobili messi all’incanto dal tribunale di Trento e quello di Rovereto siamo già oltre le 400 abitazioni affidate in custodia a noi. Si tratta di case che prima o poi andranno vendute all’asta. Sono pressoché tutte appartamenti pignorati dalle banche ai privati per insolvenza». Rispetto agli anni scorsi c’è stato un aumento importante, il segnale di una difficoltà economica che in un tempo nemmeno troppo lontano non era nemmeno immaginabile. Il mutuo, al momento della stipula, veniva tarato sulla base delle possibilità reali di restituire il prestito su periodi medio-lunghi (dai 10 ai 15 fino ai 20 o persino 30 anni). Ora quei parametri sono saltati, e sono molti quelli che faticano ad arrivare a fine mese senza accollarsi un mutuo. Figurarsi quelli che la rata mensile della casa la devono pagare per forza. Sarebbe da verificare se gli istituti bancari hanno davvero verificato le garanzie offerte dal cliente al momento di accettare la richiesta di mutuo. Il dubbio è legittimo, ma questa è tutta un’altra faccenda. Il fatto, registrato anche dal direttore dell’Ivgt, è la crescita esponenziale dei pignoramenti.

Ma non si vendono solo appartamenti. Sabato era giorno di asta giudiziaria, e a Ravina, in via Stella la gente ha iniziato ad arrivare fin dal mattino per aggiudicarsi questo o quel lotto per una manciata di euro. Trattandosi di corpi del reato, i colli più gustosi erano composti da cellulari (risultati rubati,ma di cui gli inquirenti non sono riusciti a rintracciare i legittimi proprietari), bilancini di precisione (per il confezionamento di stupefacenti), borse e una lunga serie di gioielli in oro e bigiotteria assortita, sequestrati come probabile provento di furto e mai reclamati dai legittimi proprietari. Rimasti anch’essi senza un padrone, i monili sono stati venduti a prezzi davvero bassi, e il banditore ha comunque piazzato ogni singolo lotto, dalla mattinata fino alle prime ore del pomeriggio. Il materiale è tanto, e comprende pezzi di un certo valore. Un grosso bracciale da donna in oro massiccio è partito da una base di 200 euro per raggiungere in pochi minuti una cifra più che doppia: 470 euro. Un orologio marchiato Rolex (ma con ogni probabilità “tarocco”), partito da una base di 10 euro, nel volgere di pochi secondi ha raggiunto una quotazione di 95 euro, cifra a cui è stato venduto. Può apparire una stranezza, ma uomini di una certa età (non si può dire anziani) si sfilavano l’un l’altro a colpi di rilancio (5 euro alla volta) piccoli lotti di anelli e collanine d’oro. «Li regalerò alla moglie» dice soddisfatto un tale che ha appena pagato 21 euro per acquistare un paio di orecchini d’oro, rubati chissà a chi e chissà quando.

La sala delle aste di Ravina era piena di gente normale, “del popolo”. Giovani in jeans e giubbotto e più attempati uomini in tenuta da lavoro, più consoni a strade, officine e campagne che somiglianti allo scintillante jet set in marsina e papillon delle vendite all’incanto raccontate dalla cinematografia classica. Molti erano habitué, a giudicare dalla familiarità con il personale dell’Istituto vendite giudiziarie, che in alcuni casi li ha chiamati addirittura per nome. Chi offre di più deve rispettare le regole e il pagamento deve essere immediato. In contanti o assegni circolari. E sabato? Tutto venduto.













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