Impianto natatorio Molti i dubbi sul centro wellness

La commissione sport: agonismo e relax poco compatibili E c’è chi vorrebbe che fosse realizzato al lido Manazzon


di Luca Marognoli


TRENTO. La realizzazione di un’area wellness annessa al nuovo centro natatorio di via Fersina, già prevista in sede di bilancio dal consiglio comunale che ha destinato all’opera i primi 250 mila euro, è stata rimessa in discussione ieri sera dalla commissione sport e ha sollevato le perplessità anche dell’assessore Andrea Robol.

Diversi commissari hanno osservato come una struttura destinata ai grandi meeting di nuoto e di tuffi, oltre che ad un utilizzo sportivo da parte della cittadinanza, avrebbe poco a che spartire con un centro dedicato al benessere. Non perché non lo si voglia realizzare, ma per la commistione di due funzioni - quella ludica e quella sportiva, appunto - che sono molto diverse per caratteristiche e tipo di utenza. Di «matrimonio un po’ forzato» ha parlato Dario Maestranzi del Patt, presidente della commissione. L’ex assessore Paolo Castelli, dell’Upt, ha pienamente condiviso l’obiezione, osservando come l’area wellness sarebbe più appropriata accanto al lido Manazzon: «È più assimilabile per coerenza e vocazione», ha affermato. «Anche perché l’involucro che ospita la piscina interna in via Fogazzaro resterà vuoto», come già da tempo stabilito.

Dubbi sono stati espressi anche dall’assessore Andrea Robol: «L’idea del wellness in via Fersina deriva da un ordine del giorno del consiglio», ha detto. «Ma quell’impianto nasce con una funzione sportiva. Io vedrei il centro benessere in un’altra collocazione, ma noi dobbiamo attenerci all’indirizzo dell’assemblea. Certo, essendo il centro a carico del Comune, si potrebbero usare i soldi per migliorare il lido Manazzon, con scivoli e una migliore disposizione degli spazi». L’assessore non ha nascosto anche «lo stupore» riscontrato dai portavoce del Coni quando è stato loro illustrato il progetto. Il nuovo consigliere del M5S Santini, che ha detto di essere stato nuotatore dagli 8 ai 20 anni, ha aggiunto che sarebbe sbagliato - a suo avviso - creare un centro wellness in una struttura in cui non ci siano scivoli e alte attività ludiche dove portare i bambini e in cui non sia presente un ristorante dove andare con la famiglia. Ha proposto di ricavare invece una foresteria utilizzabile per collegiali sia da atleti del nuoto che di altri sport. Mentre Vanni Scalfi del Pd ha chiesto di verificare se l’ordine del giorno fosse riferito esclusivamente a via Fersina e Maestranzi si è impegnato a fare un approfondimento in merito.

Il direttore di Asis Luciano Travaglia ha definito «pertinente» l’obiezione sulla scarsa compatibilità tra le due funzioni in via Fersina. Ha ricordato poi - in accordo con Castelli - che il lido di via Fogazzaro ha bisogno da tempo di interventi di sistemazione «per farne una struttura dignitosa», che richiederebbero dagli 1,1 agli 1,5 milioni.

Ma il direttore era stato chiamato soprattutto per parlare di costi di gestione comparati: il nuovo impianto natatorio - ha spiegato - richiederebbe 1,1 milioni l’anno, ma considerando un aumento stimato dell’utenza del 20% e la chiusura della piscina coperta di via Fogazzaro, il saldo sarebbe di 600 mila euro. Questo l’aumento della spesa annua, derivata anche dal fatto che la piscina sarebbe lunga 50 metri, richiedendo maggiori costi per l’acqua oltre a quelli per il personale delle casse.

Elisabetta Bozzarelli del Pd ha però posto l’accento sull’indotto che gare internazionali porterebbero alla città, oltre che sui benefici dal punto di vista sportivo e del benessere sociale di una struttura simile. Non solo: trattandosi di impianto di carattere provinciale, i costi di gestione potrebbero essere a carico di Piazza Dante. Robol ha promesso che ne parlerà con Mellarini. Poi la commissione si riunirà per trarre le sue conclusioni.













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