«Il Trentino non regge due autostrade»

Gilmozzi: «Valdastico soluzione sbagliata, ci difenderemo in tutti i modi. Il traffico va spostato dalla gomma alla ferrovia»



TRENTO. «La Valdastico è la soluzione sbagliata, non possiamo vederci scaricare due autostrade sul nostro territorio». L’assessore provinciale alle infrastrutture Mauro Gilmozzi lo dice in una pausa del convegno internazionale sulla mobilità che si è svolto ieri al Muse. Oggetto dei lavori la nuova ferrovia del Brennero, con esperti chiamati a discutere degli obiettivi e delle prospettive del corridoio europeo. «Noi - dice l’assessore - difendiamo le ragioni che oggi portano tutti gli esperti a dire che la sfida è spostare la mobilità dalla gomma alla rotaia». A riportare in primo piano il dibattito sulla tratta nord della Valdastico, dopo l’accelerazione annunciata dal governo a inizio anno, è stato il governatore Ugo Rossi, che parlando qualche giorno fa in un incontro a Pergine ha ricordato che la procedura dell’«intesa» sancita dalla Corte Costituzionale significa obbligo di coinvolgimento della Provincia di Trento prima di dare il via all’opera, ma non va confusa con un potere di veto. Per questo, ha avvertito il presidente, «se il governo ci chiamerà al tavolo, non potremo dire solo no, ma dovremo dire la nostra e ottenere delle garanzie, sul tracciato e sulla mitigazione del traffico sulla Valsugana». Parole che sono suonate come un’apertura rispetto al no granitico più volte espresso in questi anni dalla Provincia di fronte alle richieste del vicino Veneto e al pressing di amministratori e imprenditori della Valsugana.

«Non ci sono aperture», chiarisce Gilmozzi, «la nostra posizione è una e non è cambiata». «Esistono due piani, il “se”, e il “come”. La Corte Costituzionale ha sancito che sul primo fronte, se fare la Valdastico Nord, il Trentino ha diritto a discutere sulle strade che passano sul suo territorio. Per questo noi abbiamo continuato a chiedere di aprire il tavolo dell’intesa, per difendere le nostre ragioni. Invece lo Stato ha sempre preteso di imporci il progetto dei veneti». Lo scorso gennaio il governo attraverso il ministro Maurizio Lupi, storico sostenitore del prolungamento dell’A31, ha annunciato di aver avviato l’iter per aggirare il no trentino. «Il governo ha annunciato di voler forzare - chiarisce Gilmozzi - ma ad oggi deve ancora depositare il decreto alla commissione bilaterale. Decreto che noi siamo pronti ad impugnare». La battaglia si sposterebbe dunque sul piano giudiziario. «L’unica strada, se veramente il governo vuole affrontare questo nodo - prosegue l’assessore - è quella dell’intesa, dove ciascuna delle parti porterà le proprie ragioni e dove sono previste una serie di verifiche e valutazioni. Noi siamo convinti di avere ragioni molto forti per dire no a una nuova autostrada. Il Trentino non può soffocare con due autostrade e un tubo di 20 chilometri a Trento, perché è questo il risultato che si avrebbe con un’autostrada che sbuca a Besenello. Oggi le due opzioni, ferrovia e autostrada, sono alternative». Certo, ammette Gilmozzi, se il governo decidesse di forzare comunque, «a quel punto è evidente che dobbiamo almeno ottenere una soluzione intelligente che sia utile anche agli interessi ambientali del Trentino, un progetto che abbia un capo e una coda. La Provincia non ha un potere di veto, ma - conclude l’assessore - anche se il tavolo dell’intesa desse il via libera alla Valdastico, avremmo sempre la possibilità di fare ricorso».

(ch.be.)













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