Il «tossico»? Maschio di 24 anni

La ricerca di Lovaste-Corposanto: per molti farsi una «canna» non fa male



TRENTO. Il consumatore di droga ha in media 24 anni, è maschio, consuma cannabinoidi per la maggior parte, poi cocaina, ecstasy e eroina. Fa l'operaio, vive in famiglia, fuma regolarmente e beve alcolici. Ma soprattutto ritiene l'alcol dannosissimo alla salute, portatore di dipendenza e di problemi; non così la cannabis. Il quadro emerge dall'analisi raccolta nel libro «Uso occasionale e dipendenza da sostanze psicotrope» curato da Cleto Corposanto, docente di sociologia, e Raffaele Lovaste, direttore del Sert. Soprattutto salta all'occhio la percezione che loro stessi hanno della loro situazione.

Farsi una canna, dice la maggioranza dei registrati al Not trentino, non è un problema, non fa male, non crea dipendenza e si fa per il gusto di farlo. A pensarla così è la metà del campione intervistato, mentre poco più del 20% riconosce alla cannabis un'alta pericolosità. E' curioso notare che lo stesso campione, invece, per il 70% ritiene l'alcol dannoso e problematico. I nuovi metodi per assumere l'eroina e l'abbassamento dei prezzi dello stupefacente, oltre ad aver fatto registrare un massiccio ritorno della famigerata "ero", hanno anche cambiato radicalmente la tipologia del tossicodipendente. Non più emarginati, ma liberi professionisti, commessi, operai, impiegati con buoni tenori di vita, belle macchine, vestiti firmati e tanti amici: un esercito di giovani insospettabili, quindi, difficilmente riconoscibili e, per questo, anche aiutarli risulta più difficile.













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