la tragedia

Il telefonino in mano per chiedere aiuto

Maria Antonietta Baroni stava per usare il cellulare prima di morire intossicata. Inchiesta della Procura, oggi l’autopsia


di Gianluca Marcolini


MORI. Il suo è stato un estremo tentativo di chiedere aiuto, purtroppo vanificato dall’improvvisa mancanza di forze che l’ha fatta crollare a terra. Prima di perdere i sensi, Maria Antonietta Baroni ha provato a chiedere aiuto. La donna di Mori, deceduta l’altra sera nella sua casa in via del Garda a causa di una intossicazione da monossido di carbonio, negli ultimi istanti in cui è stata cosciente ha cercato di chiamare qualcuno, probabilmente per chiedere aiuto. L’anziana, classe 1939, è stata trovata riversa in terra con il telefonino ancora stretto nella mano. I carabinieri hanno sequestrato il cellulare della donna per risalire alle eventuali ultime chiamate che potrebbe aver effettuato, o tentato di fare, poco prima di cadere sul pavimento, tramortita dal gas respirato a pieni polmoni e che le è costato la vita.

Maria Antonietta Baroni è morta per aver ingerito un quantitativo letale di monossido di carbonio proveniente, quasi certamente, dalla caldaia alimentata a gasolio posizionata al piano interrato della villetta abitata, oltre che dalla donna, anche da una famiglia (padre, madre e due bambini piccoli) e da una coppia. In casa, quando è partito l’allarme, erano presenti, assieme alla povera pensionata, anche l’intera famiglia e un altro inquilino, tutti fortunatamente scampati al dramma che si è consumato nel piano più in basso: trasportati al pronto soccorso di Rovereto, sono stati trasferiti, in tarda serata, all’ospedale di Bolzano dove i medici li hanno sottoposti ad un ciclo in camera iperbarica. Appena le loro condizioni non destavano più preoccupazioni, hanno potuto fare rientro a Mori.

La tragedia si è consumata nel corso del pomeriggio. Spetterà al medico legale stabilire con esattezza l’ora della morte, che è certamente avvenuta dopo le 16, quando la donna è uscita dal cimitero di Mori, dove si era recata per assistere ad una cerimonia funebre, e le 18.30, il momento esatto in cui l’inquilino del piano sopra il suo, rientrando a casa dopo il lavoro e allarmato dall’odore proveniente dall’interrato, ha trovato Maria Antonietta riversa a terra, ormai priva di vita.

Inevitabile la decisione del tribunale di Rovereto di dare avvio ad una indagine formale per fare chiarezza sulle cause che hanno portato a questa tragedia. Il fascicolo è stato aperto dal sostituto procuratore della Repubblica Valerio Davico che ha disposto l’esame autoptico, previsto per oggi, e una perizia sulla caldaia che i carabinieri hanno subito posto sotto sequestro. L’obiettivo è fare luce su eventuali responsabilità da parte di soggetti terzi che al momento non sono stati ancora ufficialmente individuati. I resti di Maria Antonietta Baroni sono stati ricomposti nella camera mortuaria di Mori. Per la data del funerale della pensionata si dovrà attendere il nullaosta della Procura e l’arrivo, dalla Germania, della nipote.

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