Il Pd: «Pieno sostegno a Panizza e Fravezzi»

Scalfi: «Sbollita la reazione emotiva, la posta in gioco è il governo Bersani» Lorandi: «Vittorio è un ottimo candidato». Oggi assemblee con i candidati


di Chiara Bert


TRENTO. Compagno Panizza e compagno Fravezzi, verrebbe da dire. Sbollita la rabbia per le candidature di coalizione al Senato, il Pd trentino si prepara a fare campagna pancia a terra per i due candidati alleati, il segretario del Patt Franco Panizza nel collegio di Trento e il sindaco di Dro Vittorio Fravezzi (Upt) a Rovereto. Si comincerà oggi con le due assemblee cittadine (alle 10 a Trento nell’auditorium di S.Giuseppe in via Perini, alle 16.30 alla caffetteria del Mart a Rovereto) dove si presenteranno i candidati del Pd alla Camera e il candidato scelto per il collegio del Senato. E c’è da scommettere che l’attenzione sarà puntata in particolare su Panizza, al suo primo incontro con la base democratica che in larga parte non ha digerito la sua candidatura sul collegio della città, rivendicato anche dal Pd per Tonini. Riuscirà l’assessore autonomista nell’impresa di recuperare consenso là dove è più a rischio, ovvero la città (dove il Patt si è fermato al 2,7% alle ultime politiche e al 4,7 alle comunali 2009)?

Il coordinatore del Pd di Trento Vanni Scalfi, che subito dopo l’accordo sul Senato era sbottato («I nostri elettori non sono soldatini, sento una distanza siderale dalla realpolitik»), oggi ammette che «sarebbe sciocco dire che sono stati giorni facili, ma smaltita la reazione, più emotiva che politica, constato dai primi incontri con i circoli Pd che c’è molta consapevolezza di qual è la posta in gioco, ovvero un governo guidato da Bersani». «Ecco, di fronte a questo i mal di pancia assumono una veste diversa. La delusione a botta calda è stata forse anche figlia dell’entusiasmo delle primarie che hanno alimentato tante speranze. Oggi non dirò più ai nostri militanti vota Panizza per battere Berlusconi, ma vota Panizza perché abbiamo un progetto per l’Italia e Panizza ha stretto un patto con Bersani».

Rincara la dose Elisabetta Bozzarelli, del coordinamento cittadino del Pd: «Nessuno può permettersi il lusso di dire non vado a votare perché mi schifa. La partita dell’Italia si interseca poi con quella per il governo del Trentino, non possiamo essere miopi e dire andiamo da soli, l’alleanza con Patt e Upt è strategica».

Da Trento a Rovereto. Dove si registra uno dei tanti paradossi: qui - diversamente da quel che accade a Trento con Panizza - il candidato di collegio, Vittorio Fravezzi incassa un appoggio incondizionato dal Pd, mentre si ritrova contro il suo stesso partito, l’Upt, che avrebbe voluto Mellarini. Tanto che il coordinatore Roberto Maffei si è dimesso in polemica. Il segretario roveretano del Pd Fabiano Lorandi ha invece parole di apprezzamento: «Dalle nostre assemblee era uscita la candidatura di Aida Ruffini, che sarebbe stata l’unica donna e soprattutto espressione della società civile. Spiace che non ci sia una rappresentanza femminile tra i candidati al Senato, ma abbiamo condiviso le scelte strategiche che hanno portato alla candidatura nel Basso Trentino di Fravezzi, che in quanto sindaco di Dro è espressione del territorio e ha sempre dato prova di credere alla coalizione di centrosinistra autonomista oggi e per il futuro. Se c’è una contraddizione in queste elezioni è la scelta di Dellai di sostenere Monti alla Camera». Lorandi si dice dunque convinto che gli elettori lagarini del Pd, «che sono elettori raffinati», «voteranno convinti Fravezzi, mentre alla Camera ci impegneremo al massimo perché ce la faccia anche Elisa Filippi (quarta in lista, ndr)». Di un certo «disagio» della base Pd parla Nives Merighi: «La mancanza di una candidatura femminile è un ritorno all’indietro, com’è avvenuto con la mancata approvazione, in consiglio regionale, della doppia preferenza alle elezioni comunali». Tant’è, i candidati, tutti e tre uomini, oggi ci sono e hanno già avviato la campagna elettorale che li porterà a misurarsi con gli elettori il 24 e 25 febbraio. «A Rovereto non sarà solo una campagna mediatica - annuncia Lorandi - noi andremo anche nelle fabbriche».

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