Il Pd agli alleati: «Garantire sempre il numero legale»

Dopo due rinvii, sarà ancora ostruzionismo del centrodestra Prova di tenuta per la maggioranza, tra molti mal di pancia



TRENTO. Essere molto presenti in aula per garantire il numero legale e non ripetere l’incidente che avvenne l’ultima volta, quando le minoranze chiesero la verifica delle presenze e la seduta si chiuse anzitempo. Serrare le fila, non rispondere alle provocazioni e andare avanti. È questa la linea che il gruppo del Pd si è dato, nel breve vertice di ieri all’ora di pranzo, in vista del ritorno in consiglio, da oggi, del disegno di legge contro l’omofobia. «Ci troveremo anche domani mattina come maggioranza prima di entrare in aula - spiegava ieri pomeriggio il capogruppo Alessio Manica - noi siamo molto convinti di andare avanti e così faremo garantendo la presenza e gestendo bene l’aula. Ci diranno come hanno fatto anche l’ultima volta che vogliamo legalizzare le adozioni gay e introdurre nelle scuole la teoria del gender. Ma la realtà è che i volantinaggi di alcune forze politiche davanti alle scuole negli ultimi giorni stanno mettendo in difficoltà molti genitori, bombardati da una campagna di disinformazione. È necessario su questo fare molta chiarezza, e questo è un compito che spetta alla giunta, in particolare agli assessorati all’istruzione e alle pari opportunità».

Il dibattito sul disegno di legge riprenderà oggi pomeriggio, dopo il question time, da dove si era interrotto (per la seconda volta) lo scorso 5 febbraio, dopo una decina di giornate d’aula sotto l’ostruzionismo del centrodestra. Gli emendamenti approvati sono 55, ne restano più di un migliaio da discutere. Numeri che, visti i tempi non contingentati ottenuti dalle opposizioni, impediranno di arrivare all’approvazione del testo nei tre giorni calendarizzati: dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.30 (ma questa mattina se ne andrà per le interrogazioni a risposta immediata).

Sette mesi dopo, si torna in consiglio in un clima che sul tema dell’omofobia si è fortemente surriscaldato nelle ultime settimane, sull’onda delle polemiche (e dei timori di alcuni sindaci) sorte attorno ai corsi di educazione alla relazione di genere portati avanti da anni dalla Provincia nelle scuole. «Non c’è nessuna correlazione», ha ribadito qualche giorno fa l’assessora alle pari opportunità Sara Ferrari parlando ai sindaci in Consiglio delle autonomie.

Ma il centrodestra è pronto a tornare all’attacco per boicottare il disegno di legge. E anche nella maggioranza i mal di pancia restano forti. «Abbiamo accettato di tornare in aula perché non si andrà ad oltranza, le priorità sono altre e la nostra legge sarà superata da quella nazionale», ha detto il capogruppo Upt Gianpiero Passamani. E per il consigliere del Patt Walter Kaswalder «è tempo buttato», «in Trentino non ci sono discriminazioni e il problema si è creato perché se ne parla troppo». L’esito scontato è che giovedì sera il dibattito venga sospeso per essere ripreso probabilmente nel 2016, dopo la Finanziaria e il bilancio.

(ch.be.)

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