Il cane di Formaini trovato in Cima Sera: affamato, ma salvo

Cavrasto, l’animale era rimasto sul luogo della valanga Ritrovato da un escursionista sei giorni dopo la tragedia


di Ettore Zini


CAVRASTO. Stanco, affamato, ma vivo. Il cane di Remo Formaini, l’escursionista di Cavrasto - rimasto sotto una slavina a Cima Sera, nelle Giudicarie Esteriori, sei giorni or sono - era ancora sulla neve, nello stesso posto dove il suo padrone ha perso la vita, sepolto sotto un metro e mezzo di neve. Lo ha ritrovato Patrick Serafini un giovane di Vergonzo, tornato sul luogo della disgrazia nella mattinata di ieri. «Continuavo a pensare al suo bellissimo border collie dato per scomparso sotto la valanga – ha detto raggiante Patrick Serafini – così ho deciso di tornare fin lassù, sci ai piedi». Grande è stata la sorpresa quanto si è visto venire incontro l’animale. «Era visibilmente deperito, affamato, ma in buone condizioni». «Ho sentito abbaiare – racconta l’appassionato di sci che ha raggiunto i bordi della slavina con le pelli di foca – e con enorme stupore me lo sono visto venire incontro. L’ho rifocillato con il mio pranzo e poi insieme siamo scesi fino a Passo Durone, dove è saltato sulla mia macchina e l’ho riaccompagnato dai familiari di Remo«. Patrick Serafini conosceva bene Remo Formaini. E conosceva bene anche Brownie.

Quel bel esemplare di border collie di quattro anni che incontrava sempre al fianco del suo padrone durante le escursioni e le gite in montagna. E’ raggiante e commosso per il ritrovamento dell’animale. «Forse – dice – è rimasto intrappolato nella neve. Ma era lì, ancora sul luogo dove ha perso la vita il suo padrone. E’ stata una delle cose è più belle che mi siano capitate». Sei giorni fa Remo Formaini di Cavrasto è stato investito da valanga a Cima Sera, nelle Giudicarie Esteriori, sul versante che da sulla Busa di Tione. Con lui c’era il suo cane: Brownie, appunto. Il corpo dello sfortunato sci alpinista era stato ritrovato privo di vita sotto un metro e mezzo di neve dalle squadre di soccorso. Del border collie, però, nessuna traccia. Lo avevano dato per morto. Sepolto sotto la neve, portato chissà dove da quella massa enorme staccatasi dalla cima. «Probabilmente – dice Patrick – sentiva ancora l’odore del padrone. Almeno lui, si è salvato».













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