I pescatori fermano i lavori nel Fersina: uova di trota a rischio

Bloccato il grande «ragno» che stava pulendo il greto Faes dell’Apdt: stagione delle freghe in ritardo di un mese


di Luca Marognoli


TRENTO. Le trote “salvano” le pantegane. Era un intervento atteso da mesi quello per la pulizia del greto del torrente Fersina, dove si è formato un fitto canneto diventato - sembra - un ambiente ideale per la proliferazione dei topi. Ma ieri il “ragno” d’acciaio dei Bacini montani della Provincia, che con i suoi pneumatici extralarge aveva risalito il torrente fino all’altezza del ponticello che collega via Marsala con il giardino sul versante opposto, è stato fermato dall’intervento, tempestivo e allarmato, dell’Associazione pescatori dilettanti trentini (Apdt), che conta 1200 soci, guidati dal presidente Marco Faes.

Il rischio, concreto, era di una compromissione delle freghe, i “nidi” ricavati dalle trote sul fondale per la riproduzione. Le particolari condizioni climatiche di quest’inverno hanno fatto slittare di circa un mese la stagione della deposizione delle uova, che richiede acque molto fredde. Il “periodo di frega” è iniziato a metà dicembre e dovrebbe concludersi a giorni. «Questa del Fersina è una zona “no kill”, dove si pesca con l’obbligo del rilascio», spiega il presidente Faes, accorso personalmente e affiancato da un guardapesca volontario dell’associazione e da un assistente della Forestale. «Le trote risalgono dal fiume Adige e, dopo avere praticato delle buche nella ghiaia del fondale, depongono le uova per poi coprirle». Secondo una stima approssimativa, le freghe sono un centinaio nel tratto fino alle Dame di Sion, e almeno altrettante nel tratto sovrastante.

Prima che i lavori di pulizia possano riprendere bisognerà attendere la primavera, secondo i pescatori almeno il mese di aprile. «Dalla deposizione delle uova passeranno 35-40 giorni: poi nasceranno gli avannotti, che in parte resteranno qui, in parte torneranno nell’Adige».

Il greto del Fersina - spiegano ancora i pescatori assiepati sul marciapiede che costeggia il torrente - sarebbe infestato dai topi a causa anche dei rifiuti gettati nel canneto da passanti poco rispettosi dell’ambiente e del decoro urbano. Da qui la necessità di intervenire per una pulizia approfondita, che il Comune di Trento ha chiesto di effettuare al servizio Bacini montani della Provincia, dotato dei mezzi e del personale idonei a questo tipo di operazioni.

Parte del canneto è stata già tagliata, ma i lavori sono stati subito stoppati dai pescatori, quando si sono resi conto dell’intervento, consapevoli dei danni che un mezzo pesante come quello anfibio utilizzato dalla Provincia avrebbe potuto causare alla fauna ittica.

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