I conigli dal cimitero nelle case di riposo

Serviranno per la pet-therapy. Altri sono destinati alle fattorie didattiche. L’Associazione cacciatori incaricata della cattura


di Luca Marognoli


TRENTO. Non torneranno sulle “roste” dell’Adige, ma verranno ospitati in aziende agricole, fattorie didattiche e in alcune case di riposo che hanno dato la loro disponibilità ad accoglierli. Il Comitato faunistico provinciale ha deciso la sorte dei conigli che si sono insediati al cimitero di Trento. Proprio ieri spiegavamo che da febbraio gli animali non erano stati più catturati. Il lavoro dei volontari della Lav era stato interrotto (dopo una quarantina di catture), secondo il responsabile della sede di Trento Simone Stefani, per «discutibili veti dettati da motivi idrogeologici». Le “roste” dell’Adige evidentemente non erano considerate luogo adatto, nonostante siano popolate da una grande quantità di conigli e il luogo di provenienza della stessa “colonia cimiteriale”.

Ora che la destinazione è stata individuata, il testimone passa all’Associazione cacciatori, alla cui «professionalità» - spiega una nota del Comune - sono state affidate le operazioni di cattura. Il presidente Carlo Pezzato ha letto il comunicato ma attende una chiamata da Palazzo Thun: «In aprile - ricorda - a seguito di una delibera del Comitato faunistico, noi avevamo dato una disponibilità alla cattura utilizzando il nostro personale tecnico: tecnici e guardacaccia. Dopo di che con il Comune abbiamo avuto contatti solo informali. Ora credo che ci contatterà per concordare assieme la soluzione tecnica della cattura».

Martedì la decisione del Comitato faunistico: «Ha deliberato che gli animali possano essere collocati in strutture idonee: fattorie didattiche e alcune case di riposo che hanno chiesto di “adottarli” per la pet-therapy», afferma Pezzato. «Il problema infatti era la collocazione: non è possibile immetterli sul terreno in libertà».

Il presidente invita a non fraintendere: «I cacciatori non entreranno nel cimitero: ci manderemo delle persone qualificate, i nostri tecnici, per dare una mano al Comune. Metteremo in atto tecniche che normalmente utilizziamo nelle zone di ripopolamento per la cattura delle lepri: sicuramente abbiamo esperienza in merito». Tecniche - rassicura Pezzato - «assolutamente indolori», che fanno uso di reti.

I tempi sono ancora da definire: «Ci vuole prima un contatto formale e poi la stesura di un programma con il Comune. Quattro o cinque operatori saranno coinvolti in più serate o notti».

È ancora mistero sul numero: «Per sentito dire si va da un minimo di 8 a un massimo di 30: credo che siano di più ma vedremo. L'esperienza ci insegna che non li vedi mai tutti gli animali selvatici».

Nei giorni scorsi intanto - scrive il Comune – «sono iniziati nuovi interventi strutturali, volti a eliminare l'attuale situazione di permeabilità dell'area cimiteriale e ad inibire l'accesso di nuovi animali nel cimitero». In particolare, «sono in fase di posa ulteriori reti di protezione lungo i due cancelli di entrata del cimitero ed in fase di realizzazione interventi lungo la rampa adiacente la ferrovia».













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