Governo, Napolitano conferisce l’incarico a Renzi

L’ormai ex sindaco di Firenze accetta “con riserva”: «Ci metterò tutta l’energia di cui sono e siamo capaci»



ROMA . «Ci metterò tutta l'energia di cui sono e siamo capaci». Al termine di un colloquio al Colle durato oltre un'ora, Matteo Renzi ha accettato con riserva - come da prassi istituzionale - l'incarico di formare un nuovo governo. «Ci siamo prefissi impegno serio e significativo, Napolitano mi ha rappresentato l' esito delle sue consultazioni. C'è un impegno di allungamento della prospettiva politica di questa legislatura che si colloca in orizzonte naturale». «Entro il mese di febbraio compiremo un lavoro urgente sulle riforme della legge elettorale e istituzionali, subito dopo immediatamente nel mese di marzo la riforma del lavoro, in aprile la pubblica amministrazione e in maggio il fisco»

Il segretario del Pd era arrivato al Quirinale dieci minuti prima dell'orario fissato alla guida di una Giulietta bianca. Accanto a lui il capo ufficio stampa del Pd, Filippo Sensi. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo aveva convocato alle 10.30 di questa mattina per conferirgli l'incarico di dare vita a un nuovo esecutivo. Un incarico che si sta rivelando pieno di difficoltà, composizione della squadra dei ministri in primis. Dopo l'ingresso del premier in pectore, dinanzi alla residenza del presidente della Repubblica era partita una manifestazione di protesta organizzata da Fratelli d'Italia - con Giorgia Meloni in testa - al grido di «elezioni subito».

Le reazioni: parla Dellai. «Quanto affermato da Matteo Renzi, dopo aver ricevuto l'incarico dal presidente Napolitano, corrisponde a una delle nostre preoccupazioni formulate al Capo dello Stato: utilizzare tutto il tempo necessario - pur nella evidente necessità di evitare passi dilatori - per costruire un accordo di programma condiviso dai partiti della maggioranza e connotato da chiarezza e precisione». Lo dichiara in una nota il capogruppo dei popolari Per l'Italia alla Camera, Lorenzo Dellai. «Ciò è fondamentale - aggiunge - se si vuole dare vita, come il Presidente incaricato ha detto, ad un governo di legislatura con l'ambizione delle riforme. Tra le riforme per noi vi sono anche quella costituzionale e quella elettorale: un governo che nasce segnatamente per le riforme deve certamente ricercare su tale terreno il massimo consenso possibile, anche oltre i partiti che lo sostengono, ma non può convivere con maggioranze parlamentari a geometria variabile, poichè ciò creerebbe il rischio di una situazione costantemente instabile e di scarsa trasparenza politica e consentirebbe peraltro a Forza Italia e al suo leader un ruolo troppo comodo».













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