Riva del Garda

Gli «ex» attaccano Rossi e preparano la riscossa

Ottobre lancia il suo movimento: «Il Patt ha tradito i valori per il potere» In sala Kaswalder, Dominici, Corona. «Destra e sinistra non esistono più».


di Chiara Bert


RIVA DEL GARDA.  «Ottobre non ho mai capito da che parte sta, mi è sempre sembrato tendenzialmente di destra ma lo trovavo a sinistra. Ma la sinistra di Renzi è già a destra, quindi è perfettamente coerente». Vittorio Sgarbi strappa risate alla sala del Palacongressi di Riva. Ride anche Mauro Ottobre, segno che il sunto non lo disturba affatto, tutt'altro. Ha riempito la sala per il lancio del suo movimento «Autonomia Dinamica», del resto - Sgarbi dixit- «lui prende i voti per sè, conosce uno a uno i suoi elettori, e se lo votano evidentemente piace, un buon politico lavora per la sua gente». E così, in questo sabato di fine febbraio che sul Garda già profuma di primavera, per l’evento - a metà tra show e politica - sono arrivati in 500, la gran parte dall'Alto Garda e Ledro ma anche da Vallagarina e Valsugana, età media avanzata. L'associazione dovrà riportare in consiglio provinciale nel 2018 il deputato arcense, che dopo la rottura con il Patt di Rossi e Panizza non avrebbe molte chance di tornare in parlamento.

Se e come si riorganizzerà la diaspora autonomista, e quanto potrà pesare elettoralmente, ancora non è chiaro: di certo c’è solo il risentimento verso Rossi e Panizza. Ieri a Riva i reduci del Patt, gli «umiliati e schiaffeggiati» li definisce Caterina Dominici, c’erano tutti: con la pasionaria nonesa Walter Kaswalder fresco di espulsione, e lo Schützen Giuseppe Corona fresco di condanna per corruzione elettorale per il patto pre-elettorale con Lorenzo Baratter (che ieri si è autosospeso dal partito). Kaswalder suona il de profundis del centrosinistra: «È arrivato al capolinea, non ha un'idea né un progetto». Il futuro? «Aggregare gli autonomisti, destra e sinistra non mi interessano, servono persone serie». Lo aveva detto anche Sgarbi nel suo one man show infarcito di parolacce e battute sessiste («Mattarella che sembra morto», la Boschi «che invece di fare riforme deve dare bacini», e così discorrendo) che divertono molto la platea: «Destra e sinistra non ci sono più, l’ideologia dei partiti è stata sconfitta, oggi occorrono uomini che hanno energia». Lorenzo Dellai, l’ex governatore padre del centrosinistra in Trentino, deve ancora arrivare. C’è quando Kaswalder attacca «i politici di professione»: «Io da direttore di banca guadagnavo 127 mila euro, da consigliere 97 mila». Ma subito dopo loda Dellai «che risolveva i problemi mentre Rossi neanche risponde al telefono». Ottobre lancia a sua volta bordate: «Rossi e Panizza hanno smarrito i valori per il potere, sono nauseato da questa gestione», cita Diego Moltrer come «ultimo autonomista di riferimento»; critica la giunta su chiusura delle guardie mediche e dei punti nascita, «questa non è politica autonomista». Le lodi sono tutte per Dellai: «Da lui mi sono sempre sentito garantito, ascoltava, non come certi autonomisti da salotto». «Anche Metroland era una bella idea».













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