Fisco: aumenta l'evasione in Trentino

Contestati 122 milioni di euro: +71,6% dal 2009



TRENTO. I controlli del Fisco hanno portato alla luce un Trentino poco attento, diciamo così, al pagamento delle tasse. I dati diffusi ieri, infatti, segnalano per il Trentino una maggiore imposta accertata di 121 milioni e 880 mila euro, addirittura un 71,6 per cento in più rispetto all'anno precedente a fronte dello stesso numero di controlli. E' una cifra altissima che però in teoria dovrebbe ridimensionarsi di parecchio nel momento di arrivare al confronto con il contribuente. La maggiore imposta accertata deriva infatti da un primo controllo del Fisco che individua delle "partite anomale", richiedendo quindi al contribuente di pagare quello che non risulta pagato. L'aumento dell'evasione del 71,6 per cento fa balzare il Trentino al primo posto della speciale classifica poco onorevole, visto che l'altro picco di maggiore imposta accertata riguarda la Lombardia con un più 48,6 per cento. Molto più virtuose, stando a questi dati, sono l'Emilia Romagna (-54,9 per cento), Molise (-31,1%), Toscana (-7,4%) e Sicilia (-6,3%) anche se qui viaggiano su cifre ben più alte di quella, in fondo, bassa del Trentino. In termini assoluti, in vetta alla classifica delle imposte accertate c'è la Lombardia, riflesso evidente della forza economica della regione: il Fisco ha contato oltre 8 miliardi di euro. Al secondo posto il Lazio con 5,5 miliardi. Qualche giorno fa anche l'Agenzia delle entrate di Trento aveva presentato il proprio lavoro in termini, invece, di evasione recuperata, cioè i soldi che effettivamente nel 2010 è riuscita a riportare in cassa incrociando i dati e utilizzando il redditometro. In quel caso si trattava di 75 milioni di euro ottenuti in buona parte attraverso il pagamento spontaneo dei contribuenti che non avevano pagato parte delle tasse dovute. Complessivamente nel 2010 la maggiore imposta accertata si attesta a 27,8 miliardi di euro, il 5,7 per cento in più. Per quanto riguarda le tipologie di contribuenti, 5,4 miliardi dell'evasione scoperta arriva dai 2.609 "grandi" contribuenti oggetto di controlli, le società con un giro d'affari superiore ai 150 milioni di euro. Considerato il tessuto economico dell'Italia, il lavoro del fisco tra i "paperoni" è stato pressoché tutto concentrato al Centro-Nord. La metà dei controlli sono stati fatti tra Lombardia e Lazio. Al Sud i controlli sui "big" sono stati una manciata: 46 in Campania (16,9 milioni l'evasione rintracciata), 33 in Puglia (con 88,9 milioni di maggiore imposta accertata), 20 in Sicilia (3 milioni), 6 in Calabria (2 milioni).













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