sanita’

Emergenze notturne, si va a Rovereto

San Lorenzo, nuova organizzazione del pronto soccorso: il S. Chiara non è più l’ospedale di riferimento. Dalledonne furioso



BORGO. Allarme pronto soccorso. Con la chiusura notturna del reparto di chirurgia scattata da alcuni giorni la situazione sembra davvero essere sempre più critica al San Lorenzo. Per l’astanteria dell’ospedale di Borgo, infatti, ora si presenta una situazione piuttosto complicata. Ma lo è ancora di più per chi, in emergenza, vi deve far ricorso. «Con una laconica e fredda comunicazione interna, peraltro priva di qualsiasi riunione preparatoria o di confronto, sono state impartite nuove e pesanti disposizioni per quanto riguarda il San Lorenzo», segnalano da un parate il sindaco di Borgo, Fabio Dalledonne, e la Lega Nord, con il suo consigliere comunale, Enzo Boso, dall’altra.

In parole povere al paziente che si dovesse presentare al pronto soccorso di Borgo con “un serio mal di pancia” ora si prospetterebbero tre soluzioni: essere tenuto in osservazione potendo essere ricoverare solo in medicina in quanto l'accettazione in chirurgia è bloccata dalle 20 alle 8 del mattino (o il lunedì se l’accesso al pronto soccorso avvenisse dopo le 20 del venerdì); essere trasferito all'ospedale di Rovereto (e non al S. Chiara di Trento) se invece fossero necessari esami e approfondimenti, con eventuale intervento chirurgico; infine rimanere in astanteria del pronto soccorso sotto la responsabilità della guardia medica in attesa che arrivi il mattino successivo per poter eseguire il ricovero.

Una situazione che preoccupa - e nemmeno poco - gli amministratori (e va da sé i cittadini) - della Bassa Valsugana. «Allora non mi conviene più rivolgermi al pronto soccorso di Borgo in quanto rischio di andare a Rovereto, piuttosto mi conviene rivolgermi direttamente a Trento o a Feltre se sono residente in Bassa Valsugana», sottolinea il sindaco di Borgo, Fabio Dalledonne.

Una situazione analoga viene poi segnalata per Ortopedia dove, in caso di frattura grave, anche se il primario di ortopedia la pensasse diversamente (con grandissimo senso di responsabilità), i medici non potrebbero eseguire il ricovero in quelle che ormai da tutti in Bassa Valsugana sono chiamate le “ore proibite”, quelle, appunto, dalle 20 alle 8 del mattino nei giorni feriali e dalle 20 del venerdì alle 8 di lunedì mattina. «Allora tutti al S. Chiara di Trento dove per mille motivi di stress e carico di lavoro non sempre si trova l'accoglienza più serena», sbotta Dalledonne che si chiede: «Perché castrare l'ospedale periferico? Per risparmiare?».

Dalledonne ricorda poi un'altra situazione che si verifica da 2 mesi: «L'Apss ha comandato che le auto-ambulanze dell’Alta Valsugana, dall'altopiano di Piné (Bedollo specificatamente) in giù, debbano puntare dritte sul San Lorenzo in caso di urgenze con l'evidente risultato che il numero di accessi al pronto soccorso dell’ospedale di Borgo è aumentato del 90%! A parità di risorse (unico infermiere di notte): cosa succede a Borgo? Evidentemente che, dovendo applicare le nuove disposizioni, si dovrà inviare il paziente a Rovereto. Ma che senso ha tutto questo? E' questo il potenziamento del San Lorenzo?».













Scuola & Ricerca

In primo piano