il caso

Droga ed escrementi, Badia di San Lorenzo vittima del degrado

La denuncia del rettore, padre Marasca: «Ho trovato anche una coppia di tossicodipendenti completamente nuda»


di Daniele Peretti


TRENTO. A sentire il racconto di padre Mauro Marasca si rimane senza parole perché con le sue parole si delinea un quadro di degrado e di abbandono che fa della Badia di San Lorenzo una terra di nessuno ad alto rischio. Il Rettore custodisce la storica chiesa trentina, aiutato da padre Bonaventura, di 95 anni, e da padre Stefano, di 85, e non ha dubbi nell'affermare che la situazione è peggiorata dopo il restauro dei giardini di piazza Dante: la parte peggiore dei suoi ospiti si è trasferita nel giardino che costeggia la basilica.

Terra di nessuno perché dalle 18.30, orario di chiusura della chiesa, alle 6, la sorveglianza è affidata solo alle telecamere che registrano scene impensabili. Il giardino è anche un parcheggio pubblico, inizialmente riservato ai partecipanti alle funzioni religiose, ma di fatto utilizzato per una gratuita sosta selvaggia: «Purtroppo i vigili non controllano e se ci sono delle macchine all'interno, non posso chiudere i cancelli per non incorrere in un reato. Ho chiesto ai vigili di fare dei controlli, ma si tratta di un' area equiparabile ad un terreno privato e non possono intervenire».

Ma i problemi sono anche peggiori, specialmente alla mattina: «Arrivo alle 6 e prima della messa delle 7 devo pulire il sagrato da ogni tipo di bisogno fisico, anche vomito. Raccogliere siringhe in quantità, fazzoletti sporchi di sangue – e mentre elenca, padre Mauro mostra una serie di foto raccapriccianti – e poi posso finalmente aprire la chiesa ai fedeli». Non finisce qui: «No, perché nel prato che si trova di fronte all'ingresso ed a ridosso del muro della stazione ferroviaria, ci dormono alcune persone, molte delle quali a quell'ora stanno ancora smaltendo l'effetto delle droghe. Pensi che l'altra mattina verso le dieci c'era una coppia che prendeva il sole, completamente nuda e “fatta” del tutto».

I frati chiamano carabinieri e polizia che intervengono, ma più di tanto non fanno: «Durante la scuola c'è un gruppo di minorenni che tutti i giorni, poco dopo le 7, si nasconde dietro l'unico muro non coperto dalle telecamere per scambiarsi non so cosa. Ho più volte chiesto l' intervento delle forze dell'ordine, ma non è mai venuto nessuno».

E così San Lorenzo finisce per essere abbandonata a se stessa, anche perché i frati cappuccini possono presidiarla solo di giorno, quando comunque la situazione non è per nulla sicura: «Una domenica mattina è arrivata una signora dalla Val Rendena per pregare Padre Pio. Per non essere derubata, quando lasciava casa si portava tutte le sue cose nella borsetta: è stata rapinata mentre pregava ed ha perso tutto. È tornata a casa col pullman pagato dalla questura». Ma padre Mauro è stato anche minacciato: «In una mattina sono venute quindici persone a chiedere dei soldi che abbiamo deciso di non dare. Mi hanno pesantemente minacciato, ma il momento di maggior paura è d'inverno, quando chiudiamo la chiesa».

Ai frati tocca anche il compito di smaltire gli oggetti rubati ed abbandonati e per questo ringraziano la Polfer che verifica in breve tempo e poi chiama la polizia municipale. Ma nemmeno padre Mauro è in grado di descrivere compiutamente quello che succede la notte: «Cosa dovrei pensare, quando trovo della biancheria intima abbandonata? Qui succedono cose che vanno bel oltre la croce rovesciata che hanno inciso sulla porta della chiesa».













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