Dro, bruciati sette ettari di bosco

Oggi nuovi rilievi della Forestale: l'origine potrebbe essere dolosa



DRO. Ci sono volute più di due ore, ma alla fine i vigili del fuoco hanno avuto ragione dell'incendio che ieri pomeriggio ha devastato sette ettari di bosco sul Monte Gaggio, il rilievo che separa il lago di Cavedine dal corso del fiume Sarca.

Quale sia la causa scatenante del rogo è ancora presto per saperlo, e non è detto che si sappia mai. Oggi gli ispettori della Stazione forestale di Riva, che ieri hanno coordinato le operazioni insieme al comando dei vigili del fuoco, eseguiranno ulteriori e più accurati rilievi in zona per trovare indizi utili a chiarire se l'incendio sia di natura dolosa o colposa.

Poi trasmetteranno gli atti alla Procura. Una delle ipotesi è che qualcuno abbia acceso un falò per bruciare sterpaglie o rami secchi senza considerare i rischi cui andava incontro in una giornata caratterizzata da forte vento. L'òra del Garda infatti ha sicuramente contribuito a far attecchire le fiamme nel bosco rado e arido del Gaggio. Alle operazioni di spegnimento hanno partecipato l'elicottero dei vigili del fuoco di Trento e circa trenta uomini dei corpi volontari di Dro, Drena, Arco, Riva del Garda e Cavedine con ampio spiegamento di mezzi.

Alle 18 la situazione era sotto controllo, ma la bonifica ed il presidio dell'area interessata hanno richiesto la presenza di più squadre per tutta la serata e anche per la notte. Il bosco del Gaggio non è pregiato ma ha valore naturalistico: frassini, carpini, ginepri, lecci crescono in mezzo alle rocce affioranti dell'ultimo lembo di Marocche, un habitat che ospita diverse specie di animali.













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