«Donne nelle giunte la legge va corretta»

Daldoss: ma va mantenuta per garantire la rappresentanza dei due generi Ferrari: la norma non si tocca, si può togliere l’arrotondamento per eccesso



TRENTO. «La norma ha un senso, garantire una rappresentanza di entrambi i generi nelle giunte comunali. Probabilmente non è stato sufficientemente valutato l’effetto dell’arrotondamento per eccesso, che snatura il principio della rappresentanza. Bisognerà correggere questo aspetto». Carlo Daldoss, assessore provinciale agli enti locali, è stato il destinatario - insieme al presidente della Provincia (e della Regione) Ugo Rossi - dei forti malumori dei sindaci per la legge regionale che, con le ultime elezioni dello scorso 10 maggio, li ha obbligati ad assicurare nelle giunte una presenza di donne almeno pari alla loro presenza in consiglio. E così, sebbene un’eventuale modifica della norma sia competenza del consiglio regionale, governatore e assessore si sono presi l’impegno a riaprire la discussione per correggerla. Anche perché le pressioni arrivano anche dall’Alto Adige, dove i Comuni di Cortina all’Adige e Glorenza hanno presentato un ricorso al Tar. «Io parto da questo ragionamento - osserva Daldoss - che all’interno dei consigli e delle giunte ci sia una rappresentanza diversificata dei due generi è assolutamente importante, è un elemento di aiuto a far crescere la rappresentanza femminile che oggi fatica. Magari un domani non sarà più necessario, ma oggi sì. Io quindi sono favorevole a questa norma, perché ha un senso. Probabilmente non è stato valutato a sufficienza l’effetto di quell’ “almeno proporzionalmente” che è stato inserito nella legge , perché questo significa che se io ho un consiglio con 5 donne e 10 uomini e una giunta di 4 persone, per garantire questo principio due devono essere uomini e due donne, e questo snatura il principio della rappresentanza. Questo ha creato comprensibilmente delle difficoltà ai sindaci nella formazione delle giunte, per questo ritengo che la norma va corretta ma mantenuta». «Salvo alcuni casi noti - assicura però Daldoss - non vedo tutta questa ribellione dei sindaci. I problemi dei Comuni sono altri, ma è importante cogliere tutte le sensibilità anche nei luoghi dove si decide. Io ho lavorato con tanti amministratori e amministratrici e mi sono trovato bene».

Su possibili interventi sulla legge regionale arriva però l’altolà dell’assessora con delega alle pari opportunità Sara Ferrari, convinta che mai come oggi serva una norma che tuteli la rappresentanza femminile: «Se si tocca il principio “in giunta tante quante in consiglio”, di donne nelle giunte non ne avremo più. Se questo è il clima - dice riferendosi alle parole del sindaco di Cloz - nessun sindaco, se non obbligato, ne metterebbe spontaneamente in giunta». «La legge non si tocca», avverte dunque l’assessora, disponibile però, in linea con Daldoss, a rivedere l’interpretazione: «L’arrotondamento per eccesso è probabilmente una forzatura, più corretto un arrotondamento matematico che si usa sempre. Dopodiché - conclude Ferrari - le forzature servono quando non si vogliono le preferenze di genere (stoppate più volte dal consiglio regionale, ndr) che creerebbero negli elettori l’abitudine a cercare in lista competenze anche tra le donne, e in tutti i campi non solo sociale e cultura». ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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