Domeniche aperte, ma i negozi restano chiusi

Domenica da buttare per il commercio: ieri, vista la neve, la maggior parte degli operatori ha scelto di mantenere la serranda abbassata



TRENTO. Domenica da buttare per il commercio: ieri, vista la neve, la maggior parte degli operatori ha scelto di mantenere la serranda abbassata e la decisione è più che comprensibile. In un centro storico desolato, aprire i negozi sarebbe stata una perdita di tempo e di denari. La corsa ai saldi non è una motivazione sufficiente nemmeno per i clienti, che hanno preferito rimanere al riparo, nel tepore di casa, piuttosto che avventurarsi per le strade sferzate da vento e neve mista a pioggia. «Era evidente che si trattava di una giornata a rischio - commenta Massimiliano Peterlana, vicepresidente di Confesercenti -, in centro era tutto bloccato e arrivare in città sarebbe stato difficile sia per gli operatori che per la gente. Fa parte del rischio d’impresa, il nostro. Anche le condizioni meteorologiche determinano le dinamiche del mercato. Fosse stato brutto tempo ma senza precipitazioni, la gente non sarebbe andata a sciare e si sarebbe dedicata allo shopping. Invece è andata così e non biasimo chi ha tenuto chiuso. Anzi, dico che hanno fatto bene».

Anche il periodo incide: fosse stato dicembre, nessuno avrebbe pensato di chiudere. «Per forza, è un periodo in cui tutti i commercianti lavorano e certi equilibri si stabiliscono in conseguenza del momento. Ma in realtà la stessa dinamica la si può osservare al mercato di giovedì: quando piove o è brutto tempo, molte bancarelle vengono a mancare. Gli ambulanti sono abituati a guardare il meteo prima di decidere se partire o no: è una valutazione fondamentale, perché i costi non possono essere superiori al guadagno. Lo stessp vale per i negozi del centro». Soprattutto in vista della liberalizzazione degli orari, questione sulla quale Peterlana rimane della stessa opinione espressa pochi giorni fa sulle nostre pagine: «É più semplice per noi avere libertà di scelta, se aprire o non aprire. In futuro però credo che saranno utili nuove sinergie tra pubblici esercizi e negozi, per rendere più attrattiva la città verso i turisti e a beneficio del commercio».

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