Docenti, «addio» chiamata diretta 

La giunta proroga di un altro anno il reclutamento per ambiti della riforma



TRENTO. Slitta di un altro anno (a settembre 2020) la chiamata diretta per ambiti degli insegnanti da parte dei dirigenti scolastici, uno dei cardini della riforma della scuola approvata due anni fa dal consiglio provinciale e mutuata dalla «Buona scuola» di Renzi. Con un emendamento alla variazione di bilancio (approvata ieri in prima commissione e ora pronta per l’aula), il presidente della Provincia ha inserito la proroga di un anno al reclutamento per ambiti. La possibilità per i dirigenti scolastici di assumere con chiamata diretta (con un contratto di 3 anni, rinnovabili) una quota di docenti per specifici progetti di istituto, era stata uno dei punti più contestati della legge, ed era stata alla fine “congelata” dalla stessa giunta Rossi dopo una mediazione con i sindacati della scuola. Sarebbe entrata in vigore il prossimo settembre: ma era urgente decidere perché a giorni parte la mobilità degli insegnanti. Così è arrivata un’ulteriore proroga, ma i rumors dicono che la nuova giunta Fugatti sarebbe intenzionata ad eliminare la chiamata diretta che non piace ai docenti. Con un altro emendamento la giunta propone di innalzare da 50 mila a 150 mila euro la soglia per l’affidamento diretto dei lavori pubblici: emendamento contestato da Alex Marini (M5S) per il quale «rischia di favorire la corruzione». Altri emendamenti: inclusione dei danni ai mezzi privati dei volontari durante il maltempo di ottobre; possibilità di intervento diretto della Provincia sulla riforestazione ai ruoli operativi della missione strategica grandi opere; proroga del comitato legislativo di un anno per trovare le competenze, come quella del professor Falcon; deroga per regolarizzare errori procedurali dei Comuni che hanno comportato problemi per opere già collaudate e sulle quali sono emersi problemi di tipo amministrativo.

La variazione è stata approvata con 5 voti della maggioranza, astenuti Ugo Rossi (Patt) e Paolo Ghezzi (Futura), contrari Giorgio Tonini (Pd) e Marini (M5S). Tonini ha contestato il modo di procedere della giunta, «che ha inserito in una variazione di bilancio provvedimenti normativi come lo stop alle gestioni associate, sospensione che creerà un buco finanziario, non si fanno le nozze con i fichi secchi». (ch.be.)













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