Divide la cancellata contro il degrado

I residenti: «Costretti a metterla, orinavano, ne facevano di tutti i colori». I clienti: «Ma così si sposta il problema e basta»


di Umberto Placanica


TRENTO. Quest'anno abbiamo assistito a numerosi contenziosi che hanno visto coinvolti i residenti e alcuni bar del centro, tra cui spiccano il Cafè de la Paix e il Just cafè. Casus belli è il frastuono serale derivante dai rispettivi clienti che finivano - forse a causa dei bicchieri di troppo - per ostacolare il sonno degli abitanti delle zone limitrofe. In questi giorni però i riflettori si spostano verso il bar Accademia, di fronte al quale giovedì 31 ottobre è stata montata una cancellata che separa il vicolo dalla Piazzetta Lainez. C'è da precisare che il termine “piazzetta” può risultare fuorviante poiché non si tratta di suolo pubblico bensì di un cortile di proprietà dei condomini di una palazzina ivi ubicata.

L'iniziativa è di un gruppo di residenti del palazzo. Questi, stanchi della situazione di degrado che li circondava, hanno preso una decisione piuttosto pesante, anche dal punto di vista economico, dato che l'inferriata è stata pagata solo ed esclusivamente da loro. Alberto Valli, professore presso il Dipartimento di Matematica dell'Università degli Studi di Trento, è uno dei condomini di quello stabile e non si capacita di come la situazione di scadimento della piazzetta negli ultimi tre anni possa essere precipitata a tal punto. «Siamo stati costretti a ricorrere a questo intervento per limitare al massimo l'affluenza di persone che stazionano fuori dal bar fino alle due di notte. Il cortile è rimasto aperto per cinquant'anni e sarebbe stato bello continuare a tenerlo aperto. Peraltro trovo che la cancellata sia brutta e che rovini una zona interessante della città, ma siccome c'è un amministrazione comunale che lascia correre e non prende iniziativa, abbiamo dovuto trovare elementi di difesa da gente che nella piazzetta orina, vomita, spacca vetri, lascia rifiuti e viene a trafficare con spacciatori che a lungo sono stati insediati di fronte ai nostri portoni per via di una possibile interfaccia con i clienti del bar Accademia».

Il professore sostiene che il cuore del problema sia legato tanto ad un cambiamento generazionale che investe i giovani, quanto a una consuetudine dei bar del centro storico: «I giovani ci sono sempre stati e si sono sempre voluti divertire, ma mai sono arrivati ad interpretare le forme di divertimento in modo tale da travalicare le regole della convivenza civile. Poi non vedo nessuna ragione per cui i bar possano utilizzare spazi esterni, pubblici o di altri privati, per ottenere o accrescere il proprio profitto privato a scapito del nostro diritto al riposo notturno».

Ma se da una parte ci sono i condomini che cercano di difendere il proprio sonno con le unghie e con i denti, dall'altra troviamo chi in quel posto gestisce un esercizio commerciale. In questo caso Martina Dalpalù e Rogelio Guerra, titolari del bar Accademia, consci della loro impotenza di fronte a tale scelta dei residenti si impegnano ad abituarsi alla presenza dell’inferriata. «Non ci ha detto niente nessuno e da un giorno ad un altro ci siamo trovati la grata di fronte al locale. Sarebbe stato bello se avessimo avuto l'occasione di sostenere un dialogo con gli abitanti della piazzetta. Per quanto riguarda gli affari ci tocca relativamente: alla fine i clienti sono sempre gli stessi solo che adesso stanno ancora più ammucchiati. I più arrabbiati sono i frequentatori del locale, infastiditi non tanto dalla grata in sè per sè, che può essere spiegata dalla presenza di macchine all'interno della piazzetta, quanto dal fatto che la cancellata sia stata posta a filo col muretto impedendo ai clienti di potercisi sedere».

In effetti, la categoria di persone che da questa vicenda rimane più amareggiata è proprio quella degli studenti, che negli ultimi giorni ha espresso il proprio malcontento organizzando diverse manifestazioni contro la “palizzata” eretta in piazzetta Lainez. Lorenzo Varponi, membro del Consiglio degli studenti, sostiene che la cancellata non andrà a risolvere il problema: «Ogni anno c'è un punto di aggregazione diverso che per quell'anno concentra tutti i giovani che escono la sera, e puntualmente viene adottata una soluzione che trasla il problema in un'altra parte del centro storico. Questi nodi non si sciolgono per mezzo di strumenti quali la riduzione degli orari dei locali tramite ordinanza o l’apposizione di grate. Una soluzione plausibile potrebbe essere quella di accrescere il numero dei bar del centro storico così che i giovani possano distribuirsi meglio e creare meno disagio ai cittadini».

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